Diario del pellegrinaggio di Isabella Rauti
Come due anni fa, la Onlus internazionale Hands off Women-HOW, si è rimessa sul cammino.
Nel 2014, Luisa, Annie ed io siamo andate in Pellegrinaggio a Santiago di Compostela ed abbiamo percorso 120 Km lungo il cosiddetto “Cammino inglese” che parte da Ferrol, porto della Galizia, regione all’estremo ovest della Spagna al confine con il Portogallo e lo abbiamo dedicato alle studentesse nigeriane, rapite dal movimento terrorista Boko Haram, aderendo alla Campagna mondiale #bringbackourgirls.
Quest’anno – Anno dei cammini ed Anno Santo – con Hands off Women – HOW abbiamo scelto una parte della “Via di Francesco” (percorso del Sud, da Arrone ad Assisi) e abbiamo dedicato il nostro cammino a tutte le vittime della violenza domestica e di genere, alle donne uccise per mano degli uomini che dicevano di amarle e che non hanno sopportato un NO, a tutte le vittime di femminicidio e, in particolare, alle 59 donne uccise nei primi cinque mesi del 2016.
Quest’anno il gruppo si è allargato: cinque donne, tre italiane e due americane: Io, Luisa Gechele, rispettivamente Presidente e Segretario Generale della Onlus, Manuela Metri, regista teatrale; Denise Tommasetti, scrittrice e Annie Dopico, assistente di volo, entrambe di New York . La nostra amica, l’attrice Fioretta Mari, ci ha seguite ed aiutate per qualche giorno.
Domenica 12 giugno. Giorno zero.
Partiamo in macchina da Roma ed arriviamo ad Arrone, dopo la Cascata delle Marmore; come pre-adattamento al cammino che ci attende, decidiamo di raggiungere a piedi Casteldilago, un luogo incantato e remoto dove il passato non è morto e serve a disegnare il futuro con un Progetto di museo diffuso che metta in rete i borghi della Valle del fiume Nera. Il Signor Angelo ci fa visitare il Museo delle ceramiche Deruta, che ospita frammenti rinvenuti in un butto medioevale ed altri reperti di storia locale, dal 1400 in poi. Le nostre amiche americane hanno subito capito che …qui la Storia si fa seria ed il cammino sarà bellissimo!
Lunedi 13 giugno. Primo giorno di Cammino.
Ricevute le Credenziali – un “Passaporto” religioso di viaggio che serve ad attestare le tappe raggiunte – partiamo da Arrone, in direzione di Ceselli, ed incontriamo la processione che esce dalla Collegiata di Santa Maria Assunta, e ci pare un segno!
Tagliamo verso il bosco seguendo i segnavia giallo-blu. Dopo un’ora e mezzo di cammino arriviamo a Ferentillo.. e puntiamo sul bar …che il lunedì, però, è chiuso purtroppo! Ci fermiamo a visitare il Museo delle mummie, allestito nella cripta romanica, e ci convincono le spiegazioni sul questo singolare fenomeno di mummificazione naturale, dovuto al tipo di terra, alla ventilazione della cripta ed alla presenza di microrganismi.
Riprendiamo il cammino, lungo la Valle del Fiume Nera, andando verso Precetto e Colleponte mentre intorno le colline fanno da corona ad uno spettacolo bellissimo. E’ una passeggiata facile e suggestiva e non ti accorgi neppure di aver coperto 15 chilometri e fatto 27.630 passi quando arrivi a Ceselli. Andiamo a visitare Scheggino ( ne vale davvero la pena!) e ci ripariamo in un ristorante mentre si scatena un temporale degno di altre stagioni!
Martedì 14 giugno. Secondo giorno di Cammino
Dormiamo in una struttura sulla Via di Francesco e, appena lasciata la Valle del Fiume Nera, la salita attacca quasi subito e non molla fino al Valico di Castelmonte, con un (sudato!) dislivello di 1082 metri. Per ore camminiamo tra parti boscose, sassi, muraglioni rocciosi, rivoli e cascatelle d’acqua; incontriamo un solo viandante e una moltitudine di farfalle e si ha l’impressione di disturbarle, rompendo con il passo quel silenzio. E se ieri è stata una bella passeggiata, oggi è una tappa molto impegnativa, una vera impettata perché si sale per 8 Km! La fatica è ripagata dall’arrivo al S. Santuario Francescano di Monteluco, nel bosco sacro antica meta di eremiti siriani e dove, nel 1218, sostò Francesco con i suoi primi compagni. Da quella primitiva fraternità ad oggi, la presenza francescana è rimasta ininterrottamente attraversato i secoli. La suggestione è fortissima: il Santuario ha difeso la sua spiritualità nonostante l’afflusso turistico e recitare preghiere non è solo spontaneo ma è un moto insopprimibile. Preghiamo per le donne vittime di violenza e di femminicidio ma, qui, preghiamo anche per la tragedia siriana. Riprendiamo la Via in silenzio e non è solo stanchezza ma pensieri e sentimenti che vogliamo vivere intensamente; camminiamo ancora molto nel bosco di Faggi e Lecci prima di avvistare in lontananza il Ponte delle Torri di Spoleto e la Rocca degli Albornoz. Crediamo di essere arrivate… quando scopriamo di dover fare altri 3 km,lungo il panoramico Giro dei Condotti, per raggiungere l’ex Monastero di Santa Maria, dove dormiamo e dove le pietre ancora raccontano la storia delle Clarisse e della loro clausura. Siamo stanche, abbiamo camminato per oltre 20 Km e per fare questi 31440 passi abbiamo impiegato 8 ore, soste comprese. Sono tante, sono troppe ma qualcosa di avvolgente lungo il cammino dilata il tempo interiore e cancella la fretta ed anche la velocità.
Mercoledì 15 giugno. Terzo giorno di Cammino
Molto della giornata dipende da dove ti svegli e svegliarsi a Spoleto fa un certo effetto. Prima di incamminarci, visitiamo il Duomo dove preghiamo per ciò che ci sta a cuore e per lo scopo di questo cammino e dove leggiamo alle nostre amiche americane Annie e Denise, la lettera autografa di San Francesco a Frate Leone e ai suoi primi fratelli, un atto di amore e di libertà, quella di continuare a seguirlo o abbandonare l’impresa.
Riprendiamo il cammino e superato il torrente Marroggia abbiamo il privilegio di visitare la Cripta della Chiesa di San Ponziano, meravigliosamente affrescata; un tesoro che tutti dovrebbero vedere e che rafforza il percorso spirituale della Via che stiamo percorrendo. .
Proseguiamo attraversando un
tratto di strada trafficata che – a questo punto – ci fa un effetto strano e ci produce un certo fastidio e poi, finalmente, riconquistiamo il cammino su strade secondarie e coronate di verde. Puntiamo su Eggi, dove pensiamo di comprare acqua e qualcosa da mangiare ma .. l’’unico supermercato esistente ha chiuso e al suo posto aprirà presto, per la fortuna dei pellegrini , un agriturismo. Oggi fa molto caldo e l’idea di restare senza acqua (e senza cibo) ci spinge a chiedere aiuto; la signora Sabrina non si fa pregare e ci salva: ci dà da mangiare e da bere quello che ha per lei e così ci consente di affrontare meglio lo strappo di salita che ci si separa da Poreta. Per raggiungerla proseguiamo su sentieri circondati da alberi di Olivi e attraversiamo paesi silenziosi e bellissimi che purtroppo si stanno spopolando. Il percorso è ricco di Chiese antiche ed Edicole sacre finché i Borghi non finiscono e ricomincia il bosco che , tra salite e discese , ti consegna al Castello di Poreta. Anche oggi 7 ore di cammino, più di quante ne richiedano i 15/16 km (circa) che abbiamo percorso ma lungo il Cammino i segni dello spirito sono tanti e la riflessione talvolta rallenta il passo.
Giovedì 16 giugno. Quarto giorno di Cammino
Oggi il tempo non è bello e minaccia pioggia mentre lasciamo Poreta in direzione di Trevi; si scende quasi subito affrontando uno sterrato e si prosegue in salita immersi nelle coltivazioni d’Olivo. Il cammino è segnato da una serie di Edicole mariane e da molti segni ancora evidenti della spiritualità francescana ed è questo che rende unico questo Cammino rispetto a tutti gli altri. In lontananza si vede un castello fortificato dalle sue mura e sembra di essere immersi nei secoli e nella storia come se, qui, fosse rimasta intatta ed intera a salutare chi passa ed a preservare la cifra di una spiritualità francescana che è visione della vita.
Salendo, finalmente raggiungiamo l’Eremo Campello detto delle Allode dove un curioso cartello in legno ed un’antica iscrizione sulla pietra muraria, avvertono che suonando la campana si potrà entrare. E’ così che conosciamo sorella Lucia, è lei che ci apre e ci introduce in questo luogo eccezionale e unico al mondo; qui dal 1926 vive una Comunità femminile , fondata da Sorella Maria, non consacrata ma che segue i voti spontanei di Povertà, Castità, Obbedienza e si richiama al francescanesimo di Rivo Torto e delle origini. L’eremo è un luogo ecumenico, di raccoglimento, preghiera e spiritualità, costruito sopra una grotta del V/VI sec. d.C. – dove dimorò anche Francesco mentre andava a Roma sulla Via Francigena – con una Cappella dell’anno mille mentre il resto della costruzione si è stratificata nei secoli ed i francescani l’anno abitata per cinquecento anni. Affidiamo a sorella Lucia le nostre preghiere e pensiamo che tutti i pellegrini dovrebbero passare di qui …! Proseguiamo il cammino con una suggestione profonda e molti pensieri mentre arriviamo a Trevi .
Venerdì 17 giugno. Quinto giorno di Cammino
Si può essere pellegrini ma anche superstiziosi, soprattutto se di venerdì 17 si rompe la macchina che trasporta i tuoi zaini. Ma tant’è! Comunque andiamo avanti e da Trevi proseguiamo in direzione di Foligno e di Spello.
Attraversiamo terrazzamenti di Olivo e scendiamo a valle; lungo la via incontriamo chiese e piccoli conventi e tante edicole mariane, bellissime e diverse fra di loro, ma tutte ci ricordano lo scopo del nostro cammino dedicato alle donne vittime di violenza e di femminicidio, forse perché la devozione mariana è una devozione particolarmente femminile.
Oggi il percorso non è breve però non è neppure impegnativo ma ad un certo punto, dopo Matigge e prima di Vocabolo Formoni, la segnaletica si interrompe e noi perdiamo la strada. Finalmente con il satellitare e la App dedicata ala Via di Francesco, ritroviamo la strada per raggiungere Sant’ Eraclio, dove la prima che cosa che incontriamo è il bar, incartato di tricolori, e pieno di tifosi davanti la maxischermo che manda in diretta la partita che la nazionale italiana sta giocando contro la Svezia; ci affacciamo a vedere distrattamente il risultato, oggi siamo prese da altro! .Lasciamo la Porta Medioevale di Sant’Eraclio e proseguiamo per Foligno lungo la Via Roma; il paesaggio urbano diventa subito pervasivo ed a noi appare quasi “aggressivo” e ci fa effetto camminare sul marciapiede mentre proseguiamo verso Spello, ma non prima di dare un’occhiata al bellissimo centro storico ed alla Cattedrale.
Sabato 18 giugno. Sesto ed ultimo giorno di Cammino
Partiamo dal fantastico centro storico di Spello e prendiamo la via per Assisi, lungo il Belvedere; proseguiamo verso il monte Subasi, camminando tra gli alberi di olivi e tratti di bosco. Sul percorso incontriamo tante edicole votive, mentre da lontano già si intravedono i campanili di Assisi.
Dopo 4 ore di cammino, raggiungiamo via San Benedetto, poi Porta nuova, Porta Santa Chiara e la
sua chiesa. Ci siamo, Siamo arrivate! Con le nostre Credenziali in mano ed un pó emozionate andiamo per richiedere il Testimonium Viae Francisci, compiliamo i moduli raccontando la nostra esperienza e spiegando la motivazione del pellegrinaggio, dedicato alle donne vittime di violenza e di femminicidio. Visitiamo la Basilica e la Cripta con le spoglie del Santo e chi c’è stato sa che non si trovano le parole per esprimere l’immensità e la spiritualità che si respirano. Alle 18.00 Padre Marco celebra la Messa dei Pellegrini, li chiama per nome e li benedice, ed accenna al loro cammino in una comunione generale e profonda con tutti i presenti.
Il nostro Pellegrinaggio termina qui, resteranno le nostre richieste di pace, le nostre emozioni e le nostre preghiere. Gli incontri, brevi ma intensi, con gli altri pellegrini. La forza dei segni della vita di Francesco e della sua spiritualità ma anche i segni della santità femminile in Umbria: Chiara da Assisi, Angela da Foligno, Rita da Cascia.
Il Cammino, ti pone di fronte a te stesso, mettendo a nudo la tua anima. Ti commuove e ti fa sentire autenticamente gioie e dolori. Non sei un turista, sei un viandante in pellegrinaggio alla ricerca di qualcosa. E la Via di Francesco sa risponderti e ti augura ad ogni passo “Buon Cammino” e ti lascia la consapevolezza nuova e diversa che il cammino non finisce mai. Dipende solo da noi.