Nata in alcuni casi prima del Movimento Sociale Italiano, la stampa di destra è protagonista della mostra allestita nella prestigiosa cornice della Biblioteca del Senato fino al 17 febbraio. Farefuturo con il senatore Adolfo Urso ha partecipato alla presentazione di questa lodevole iniziativa che ha senz’altro il merito di restituire, a coloro che la visiteranno, 50 anni di storia italiana poco o per nulla conosciuta, sfatando un pregiudizio antico e palesemente infondato, sottolineato anche dall’ideatrice dell’esposizione, la senatrice Isabella Rauti, secondo il quale la cultura di destra è stata (e per qualcuno continua ad essere) retriva o peggio ancora inesistente.
Peraltro proprio l’esperienza di Farefuturo nasce da una rivista Chartaminuta, che prese forma proprio in quegli anni e la cui prima edizione è del 1997. Da allora siamo ancora qui, anche se online come necessita oggi. Adolfo Urso, dal canto suo, era stato anche il direttore di Morbillo e di PropostaItalia, riviste molto innovative per l’epoca sul piano grafico, editoriale e contenutistico.
Il percorso della mostra è ricco di pubblicazioni più o meno durature, di pregevole fattura o ciclostilate in bianco e nero, eppure tutte molto effervescenti e di notevole profondità culturale, che con i loro dibattiti hanno idealmente arricchito il partito di riferimento, ovverosia il Movimento Sociale Italiano anticipandone anche, come detto in precedenza, la fondazione. E’il caso de Il Rosso ed il Nero di Alberto Giovannini, cui collaborarono tra l’altro Ignazio Silone e Ugo Zatterin oppure la Rivolta Ideale di Giovanni Tonelli che pubblicò il manifesto programmatico del neonato MSI sul finire del 1946. Le copie delle oltre settanta testate esposte fra periodici, quindicinali, bollettini e riviste, provenienti dai fondi della Biblioteca del Senato e dalla Biblioteca Nazionale, oltrechè dagli archivi del Centro Studi Pino Rauti e da quello della casa editrice Eclettica dell’intraprendente Alessandro Amorese, testimoniano la vivacità ed il dinamismo di un ambiente che ha allevato proprio nelle riviste oggi in mostra, schiere di intellettuali come Piero Buscaroli (Il Nazionale) o artisti come Pierfrancesco Pingitore (Continuità), giornalisti come Antonio Misurati (Dissenso) e Giampaolo Rossi attualmente consigliere d’amministrazione RAI (Morbillo). Uomini e donne come quelle che con la rivista Eowyn, sostenitrice della complementarietà fra uomo e donna come risposta alla contrapposizione di genere ed al rivendicazionismo femminista tipico degli anni settanta, hanno resistito all’omologazione, alla violenza fisica garantendo l’agibilità di un mondo che ha anticipato in molti casi, si pensi alle intuizioni rautiane che si possono rileggere nei numeri di Linea esposti, le sfide poste negli anni a seguire.
Periodici che nonostante l’assedio degli anni di piombo hanno lasciato un segno profondo nella cultura italiana e non solo della Destra come l’anticonformista Il Borghese, fondato nel 1950 e diretto prima da Leo Longanesi e poi da Mario Tedeschi che, attraversando un cinquantennio, si è fregiato della collaborazione di intellettuali come Montanelli, Junger e Prezzolini, permettendo in qualche modo ad una generazione che non aveva fatto la guerra, non era nostalgica né tantomeno era afflitta da complessi di inferiorità, di compiere un percorso di interventismo culturale di straordinaria originalità come la rivista underground La Voce della Fogna, animata da Marco Tarchi. Una mostra dunque che restituisce anche la complessità di un mondo in cui la pluralità di posizioni, descrive e certifica l’esistenza di diverse destre nel panorama italiano degli ultimi decenni. Così come saranno tanti anche gli spunti di riflessione, al di là della celebrazione e del ricordo, che potrebbero tornare utili anche per la destra attuale, in particolare per quella che nell’agone politico fa riferimento a Giorgia Meloni, data ovunque in ascesa, che necessariamente dovrà attrezzarsi per vincere oltre alle pur importanti sfide elettorali, la determinante battaglia delle idee.
*Raimondo Fabbri, collaboratore Charta minuta
[Fonte: farefuturofondazione.it]