Stralcio dell’intervento della Prof.ssa Isabella Rauti
15 aprile 2010
Campidoglio Sala Delle Bandiere – Roma
Ringraziamenti alla Coalizione italiana della campagna globale per l’educazione…
Questo è un cammino lungo ed un progetto articolato, un cammino che ha visto quale tappa fondamentale in Italia anche la data del 21 ottobre scorso con l’incontro in Campidoglio con la Regina Rania di Giordania, – che si spende molto sui fronti di emergenza sociale, per la presentazione della campagna “1 goal education for all”. Con questo evento di diffusione, e con la mia partecipazione, voglio dare un sostegno non solo personale ma anche istituzionale alla campagna “1 goal education for all”.
Il secondo e terzo obiettivo del Millennio si prefiggono un accesso garantito all’istruzione primaria per tutti e l’eliminazione delle discriminazioni di genere.
Molti progressi sono stati fatti e anche degli enormi passi in avanti, ma l’obiettivo fissato per il 2015 resta ancora lontano da raggiungere. Per questo le campagne servono a sensibilizzare i Paesi donatori a rispettare gli impegni presi e sono anche un richiamo ai Paesi beneficiari ad implementare ed ottimizzare i piani d’azione nazionale.
Dei 72 milioni di bambini che non vedono loro riconosciuto il diritto fondamentale all’istruzione, un terzo sono disabili e il 60% sono femmine, la maggior parte delle quali si concentra in regioni quali l’Africa sub Sahariana, l’Asia e i Paesi dell’estremo Oriente. Queste bambine hanno uno svantaggio doppio a causa degli stereotipi culturali di genere e per gli impedimenti oggettivi di carattere sociale, culturale ed economico, quali i carichi familiari e domestici.
A causa del coinvolgimento in matrimoni e gravidanze precoci, queste bambine escluse saranno, in futuro, donne prive di istruzione; si crea così un circolo vizioso che provoca esclusione dal mondo del lavoro, dalla tutela della salute e così via.
Rimettere al centro degli obiettivi dei grandi della terra la questione dell’istruzione primaria completa e di qualità è, non solo una garanzia dei diritti fondamentali, ma anche un investimento e una premessa economica che riduce la povertà e serve alla tutela ed al rispetto delle convenzioni internazionali.
Queste bambine dovranno un domani diventare donne e protagoniste del loro futuro.
Tutti noi possiamo fare di più affinchè questo avvenga.