La senatrice di Fratelli d’Italia spiega l’impegno a difesa di famiglia, vita, educazione
C’è un partito in Italia che ha istituito un proprio Dipartimento alle Pari Opportunità, alla Famiglia e ai Valori non negoziabili. Si tratta di Fratelli d’Italia. Da maggio presidente del Dipartimento è la senatrice Isabella Rauti. «Le sfide su questi temi sono crescenti», spiega in un’intervista ad “iFamNews”.
Perché Fratelli d’Italia ha scelto di intitolare il Dipartimento non solo alle Pari Opportunità e alla Famiglia, ma anche espressamente ai Valori non negoziabili?
È il frutto di una visione. In contrapposizione alla «cultura dello scarto», noi riconosciamo il valore della vita in tutte le sue forme: su questo tema non scendiamo a compromessi, appunto non accettiamo negoziazioni. Siamo contrari alla pratica abortiva, alla maternità surrogata, all’interruzione della vita di persone malate anche contro la volontà delle famiglie; e mi riferisco in quest’ultimo caso, per esempio, alla vicenda del piccolo Alfie Evans (2016-2018) in Inghilterra. Le sfide su questi temi sono crescenti, ma inflessibile è la nostra posizione, che non è confessionale, ma espressione di un sistema valoriale.
Una declinazione concreta di questa visione è la sua proposta di legge per istituire una «Giornata della vita nascente»…
Per noi è stato naturale raccogliere l’appello lanciato da circa trentacinque sigle affinché si arrivi all’istituzione di questa Giornata. Il nostro impegno in Parlamento e in ogni sede, dalle città alle Regioni, dimostra l’attenzione di Fratelli d’Italia a questi temi. Penso alla mozione depositata in Assemblea capitolina per proclamare Roma «Città a favore della vita», al lavoro che stanno portando avanti i nostri rappresentanti nelle Regioni, non ultimo quello promosso dall’assessore Maurizio Marrone in Piemonte sulla RU486, e al coinvolgimento dei rappresentanti dell’associazionismo nei consultori. E poi ricordo che in tutti i nostri programmi e negli atti parlamentari ove possibile, abbiamo sempre presentato un «pacchetto famiglia».
Di cosa si tratta?
Di una serie di politiche e offerte di servizi per la famiglia, nonché di un piano per la natalità. Perché è inutile che la politica progetti il futuro, se non nascono bambini. Questa considerazione dovrebbe essere trasversale, ma purtroppo il tema demografico fa scattare dei riflessi condizionati totalmente ottusi.
A cosa fa riferimento?
Esiste un pregiudizio ideologico negativo, ma basta guardare i dati sulla fecondità e sulla nascita di bambini in Italia per rendersi conto che dal 2008 c’è una decrescita demografica. Anche chi non considera il valore sociale della maternità, dovrebbe almeno riconoscere l’importanza delle nuove nascite in termini economici: il combinato tra invecchiamento della popolazione e crollo demografico crea uno squilibrio che nessun sistema di welfare è in grado di assorbire. La «Giornata della vita nascente» non vuole essere una vuota celebrazione retorica, ma un richiamo a farsi carico di questo problema. Finora, purtroppo, non abbiamo incontrato sensibilità nei governi che si sono succeduti.
Come valuta l’assegno unico?
Alla Camera è stato votato all’unanimità, dunque anche con il voto favorevole di Fratelli d’Italia. Ora è rimasto incagliato in commissione, ma mi auguro arrivi presto anche in aula del Senato per essere approvato e per partire a luglio. Va però detto che questa misura è stata molto enfatizzata ma poco curata: essa assorbe gli sgravi e i bonus tutt’ora esistenti, ma occorre evitare che alcune famiglie, soprattutto quelle numerose, ci rimettano.
Interpellata da “iFamNews”, il ministro Elena Bonetti ha assicurato che nessuna famiglia verrà penalizzata…
Si tratta però di rassicurazioni previsionali, prive di un calcolo economico. Devo anche aggiungere che la misura andava contestualizzata con una riforma fiscale che è ancora in sospeso.
Prima ha fatto riferimento al vostro impegno in Regione Piemonte: stop alla somministrazione di RU486 senza ricovero e bando per consentire la presenza di associazioni pro-life negli ospedali..
Ricordo che la Legge 194 non prevedeva che i consultori diventassero “abortifici”, ma che accogliessero le donne in difficoltà intervenendo sulle cause della decisione di interrompere la gravidanza. Le linee guida del ministro della Salute, Roberto Speranza, invece violano questo aspetto della legge. Una sorta di “fai da te” spacciato per emancipazione femminile, quando invece lascia da sola la donna in un momento delicato dal punto di vista psicologico e fisico. È un’ipocrisia inaccettabile indicare una scorciatoia pericolosa come la strada maestra delle libertà femminili. In Parlamento abbiamo fatto tantissimi interventi e interrogazioni, sempre senza risposta, così abbiamo agito come potevamo, ossia a livello regionale: in Piemonte, così come nelle Marche e in parte in Abruzzo.
Il terzo dei principi non negoziabili prevede la tutela della priorità educativa dei genitori nei confronti dei figli. Un pericolo in tal senso è l’ideologia gender?
Assolutamente. È un’offensiva che perdura ormai da tempo, finalizzata a sovvertire le leggi di natura sull’identità sessuale e che si contraddistingue per una prepotenza tipica del pensiero unico mainstream. Essa infatti non ammette che la si pensi diversamente. È un esempio la follia del «testo unico Zan», il quale sopprime la libertà d’opinione e configura il reato d’opinione.
Il «t.u. Zan» è passato alla Camera. A suo avviso in Senato avrà maggiori difficoltà?
Se fosse arrivato in Senato durante l’ultimo governo Conte, avremmo avuto qualche speranza in più di bloccarlo. Ma oggi c’è un governo che vede tutte le forze unite a costituire la maggioranza tranne Fratelli d’Italia. Dunque bisogna capire cosa faranno quelle forze che in luglio hanno votato contro e che oggi sostengono l’esecutivo. Voteranno compattamente contro rischiando di creare una crisi di governo? Io me lo auguro.
A proposito di numeri in Parlamento, ci sono quelli per votare la proposta di legge che renderebbe l’utero in affitto reato universale?
Il disegno di legge in questione, presentato da Giorgia Meloni, è arrivato finalmente in commissione Giustizia della Camera, dove stanno per iniziare le audizioni. Spero che arrivi presto anche in aula e che venga votato da forze trasversali, anche perché un certo mondo sincero della Sinistra ammette che questa pratica mercifica il corpo delle donne, vende i bambini e sfrutta le condizioni di povertà femminile in Paesi poveri. È una pratica aberrante che va proibita anche quando si svolge all’estero. Per altro, io ho presentato un esposto alla procura perché vengono pubblicizzate online le offerte del ricorso all’utero in affitto: ciò avviene nonostante sia proibito dalla legge.
[Fonte: www.ifamnews.com]