Sono molto soddisfatta per l’approvazione da parte del C.d.M di oggi, del “Pacchetto sicurezza” per la parte che riguarda le norme di prevenzione e contrasto allo stalking, alle violenze domestiche, ai maltrattamenti, alla violenza sessuale nonché al cybercrime e l’hate speech.
E’ un punto di forza nel dibattito per l’introduzione del delitto di femminicidio, reato a movente di genere, omnicomprensivo di tutti gli atti violenti contro le donne in ragione del loro essere donne, basato sulla presunzione dell’inferiorità di queste rispetto all’uomo fino all’omicidio, atto estremo ed ultimo di una catena persecutoria.
E con questo atto l’Italia entra pienamente nello spirito della Convenzione di Istanbul, acquisendo piena consapevolezza che il fenomeno della violenza sulle donne è una violazione dei diritti umani, una questione sociale e di difesa del bene comune.
La violenza sulle donne va infatti considerata una malattia sociale da affrontare come responsabilità condivisa verso un fenomeno che attraversa il mondo, trasversale alle latitudini geografiche, alle appartenenze etniche, ai ceti sociali o allo status economico, alle religioni ed all’età.
Le misure oggi approvate con decretazione d’urgenza proprio per l’allarme sociale che specie in questi ultimi tempi ha destato il fenomeno, forniscono ulteriori strumenti a quanto contenuto nella legge 38/2009 su proposta ancora del Ministro Alfano e del Ministro Carfagna, cosiddetto antistalking, garantendo maggiore tempestività degli interventi, valorizzando gli strumenti che preservano la vittima, puntando sulla “presa in carico” di chi trova il coraggio di denunciare e spezzare il silenzio.
Il pacchetto è completato dalle norme a contrasto del cyberbullismo e dell’hate speech per una più completa protezione delle vittime più deboli: donne e bambini, combattere la violenza di genere è una priorità nell’agenda politica!
Sono certa che questo ulteriore passo aggiunge una fase importante alla necessaria sfida educativa, alla “rivoluzione culturale” che volge al rispetto delle differenze e delle identità di genere, la parità tra uomo e donna, la lotta agli stereotipi ed ai pregiudizi, la rieducazione del violento e del maltrattante.
Il C.d.M approva il “Pacchetto sicurezza”
Sono molto soddisfatta per l’approvazione da parte del C.d.M di oggi, del “Pacchetto sicurezza” per la parte che riguarda le norme di prevenzione e contrasto allo stalking, alle violenze domestiche, ai maltrattamenti, alla violenza sessuale nonché al cybercrime e l’hate speech.
E’ un punto di forza nel dibattito per l’introduzione del delitto di femminicidio, reato a movente di genere, omnicomprensivo di tutti gli atti violenti contro le donne in ragione del loro essere donne, basato sulla presunzione dell’inferiorità di queste rispetto all’uomo fino all’omicidio, atto estremo ed ultimo di una catena persecutoria.
E con questo atto l’Italia entra pienamente nello spirito della Convenzione di Istanbul, acquisendo piena consapevolezza che il fenomeno della violenza sulle donne è una violazione dei diritti umani, una questione sociale e di difesa del bene comune.
La violenza sulle donne va infatti considerata una malattia sociale da affrontare come responsabilità condivisa verso un fenomeno che attraversa il mondo, trasversale alle latitudini geografiche, alle appartenenze etniche, ai ceti sociali o allo status economico, alle religioni ed all’età.
Le misure oggi approvate con decretazione d’urgenza proprio per l’allarme sociale che specie in questi ultimi tempi ha destato il fenomeno, forniscono ulteriori strumenti a quanto contenuto nella legge 38/2009 su proposta ancora del Ministro Alfano e del Ministro Carfagna, cosiddetto antistalking, garantendo maggiore tempestività degli interventi, valorizzando gli strumenti che preservano la vittima, puntando sulla “presa in carico” di chi trova il coraggio di denunciare e spezzare il silenzio.
Il pacchetto è completato dalle norme a contrasto del cyberbullismo e dell’hate speech per una più completa protezione delle vittime più deboli: donne e bambini, combattere la violenza di genere è una priorità nell’agenda politica!
Sono certa che questo ulteriore passo aggiunge una fase importante alla necessaria sfida educativa, alla “rivoluzione culturale” che volge al rispetto delle differenze e delle identità di genere, la parità tra uomo e donna, la lotta agli stereotipi ed ai pregiudizi, la rieducazione del violento e del maltrattante.