Continua la querelle tra Chiara Ferragni e Fratelli d’Italia. L’influencer ha attaccato il partito guidato da Giorgia Meloni sul tema dell’aborto, pubblicando una storia Instagram in cui se la prende con Fdi: “Ha reso praticamente impossibile abortire nelle Marche, che governa. Una politica che rischia di diventare nazionale se la destra vince le elezioni. Ora è il nostro tempo di agire e far sì che queste cose non accadano”. Ma da quello che probabilmente sarà il partito più votato alle elezioni politiche del 25 settembre viene rispedita al mittente l’accusa.
A replicare alla moglie di Fedez sono Isabella Rauti ed Eugenia Roccella: “Se la stampa e le influencer vogliono occuparsi seriamente dell’aborto nella regione Marche, dovrebbero informarsi sulla base dei dati e consultare le relazioni annuali al Parlamento sulla legge 194. Per esempio, leggendo l’ultima firmata dal ministro Speranza, si evince che nelle Marche l’offerta del cosiddetto servizio di Ivg è di gran lunga superiore a quella nazionale. Le interruzioni volontarie di gravidanza, possono essere effettuate nel 92,9% delle strutture sanitarie mentre la media italiana è del 62%”.
“Per quanto riguarda gli obiettori – continuano le due esponenti di FdI – il numero di aborti a carico dei medici non obiettori è 0,8 aborti a settimana. Non sembra quindi che l’obiezione di coscienza, diritto civile previsto dalla legge 194, sia un ostacolo. Per quel che concerne il cosiddetto ‘aborto chimico’ (pillola RU486) invece va ricordato che le linee guida del Ministero non sono vincolanti (infatti l’Emilia Romagna ne ha sempre avute di proprie, diverse da quelle nazionali). E soprattutto che quelle attuali, emanate dal ministro Speranza, non rispettano la stessa legge 194, quando prevedono che l’aborto possa essere effettuato nei consultori. Ovvero fuori dalle strutture ospedaliere. È doveroso ricordare anche – la chiosa di Rauti e Roccella – che la pillola Ru486 è un aborto più economico per il servizio sanitario, ma più pericoloso per la salute delle donne, considerati i numerosi effetti collaterali e una mortalità più alta. Come emerge dalla letteratura scientifica in materia. NON ESISTE UN CASO MARCHE esistono… marchette elettorali”.
[Fonte: www.iltempo.it]