Roma, 05 FEB (Il Velino) – “Le mutilazioni genitali femminili sono ‘un crudele taglio rituale’, una lesione alla dignità delle donne, una violazione dei diritti umani ed una discriminazione di genere. Né possiamo considerarle un ‘fatto culturale ed etnico’, lontano geograficamente da noi, ma un fenomeno globale e diffuso in molti Paesi e che, con le catene migratorie, sta interessando gran parte dell’Europa. E’ importante affiancare alla legislazione nazionale ed alla risoluzione del Parlamento Europeo sul tema, una iniziativa popolare, e di comunicazione come la raccolta di firme per una risoluzione Onu di messa al bando delle Mgf” a dichiararlo, in occasione della Giornata mondiale contro le Mutilazioni genitali femminili, è Isabella Rauti, membro dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale del Lazio. La consigliera Rauti ha preso parte oggi a Palazzo Wedekind alla conferenza stampa per la presentazione della campagna di raccolta firme per una risoluzione Onu contro le Mgf, promossa dall’Associazione Non c’è pace senza Giustizia con il ministero degli Esteri. “La legge 7 del 9 gennaio 2006 ha introdotto le Mgf nel codice penale ed attivato campagne di informazione, prevenzione e programmi di assistenza alle vittime. In ottemperanza alla legge la Regione Lazio ha assegnato a ciascuna delle Asl un fondo specifico e finalizzato – su erogazione del Ministero della Salute – per la realizzazione di progetti di formazione degli operatori e del personale medico e paramedico sulle Mgf”, ha spiegato Rauti. “La conoscenza e la percezione del fenomeno da parte degli operatori sociosanitari e dei mediatori culturali è uno strumento che contribuisce allo sradicamento di queste pratiche che perpetuano le disuguaglianze tra uomo e donna e rendono più difficile l’integrazione”.
(com/dam)
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