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ilmattino.it – Ferragni-centrodestra, lite social sull’aborto: «Con FdI interruzioni di gravidanza a rischio»

L’affondo, tutto politico, spunta tra un selfie in costume da bagno e un bacio romantico al compagno Fedez. E dalle parti del centrodestra fa lo stesso effetto del boato di un cannone. Perché il pulpito, in questo caso social, è quello di Chiara Ferragni, 27 milioni di follower su Instagram (numeri, per capirci, che i politici italiani possono soltanto sognare). Una platea alla quale l’influencer si rivolge per sparare a zero contro Fratelli d’Italia

«FdI – si legge in una Instagram story dell’imprenditrice digitale – ha reso praticamente impossibile abortire nelle Marche che governa. Una politica – aggiunge Ferragni, rilanciando l’articolo di una rivista online – che rischia di diventare nazionale se la destra vince le elezioni». Poi l’avvertimento, accompagnato dall’immagine di una sala operatoria: «Ora è il nostro tempo di agire e far sì che queste cose non accadano». 

Una bomba, per i partiti. Vuoi per il clima da campagna elettorale, vuoi perché proprio da Ancona Giorgia Meloni ha inaugurato due giorni fa il suo tour in vista delle urne, per rivendicare il «buon governo» marchigiano del meloniano Francesco Acquaroli. Ed ecco che il post fa esplodere lo scontro. Da una parte il centrosinistra che applaude all’entrata in campo di Ferragni, non nuova a questo tipo di polemiche (l’ultima volta fu per l’affossamento del ddl Zan). Dall’altra Fratelli d’Italia, che invita l’influencer a «informarsi sulla base dei dati» prima di parlare. Perché i numeri, attaccano la responsabile Famgilia FdI Isabella Rauti e la candidata Eugenia Roccella, smentiscono l’imprenditrice: «Le interruzioni volontarie di gravidanza possono essere effettuate nel 92,9% delle strutture sanitarie delle Marche, mentre la media italiana è del 62%». Mentre l’obiezione di coscienza, sostengono, «con 0,8 aborti a settimana per ogni medico non obiettore non sembra sia un ostacolo». 

E se le associazioni pro-vita saltano sul piede di guerra parlando di «fake news», sul fronte opposto l’influencer incassa il plauso unanime di dem e sinistra. Da Valeria Fedeli a Laura Boldrini, da Nicola Fratoianni ad Alessia Morani (che la invita nelle Marche), è un coro di «grazie» e di «brava». Al quale si aggiunge anche la voce della attiviste di Non una di meno, che un anno fa avevano manifestato davanti alla Regione. «È una situazione che denunciamo da tempo – spiegano le femministe – da quando c’era il governo di centrosinistra. Ma il problema – lamentano – nell’ultimo biennio si è accentuato». 

È la linea del Pd locale, che a giugno in consiglio regionale aveva denunciato come per abortire «le Marche siano peggio del Texas». Il motivo? Nei consultori non sarebbe consentito l’uso della pillola abortiva Ru 486, prevista dalle linee guide del ministero della Salute. Mentre il tasso di ginecologi obiettori arriverebbe in alcune strutture anche all’80%. Ribatte, ancora, FdI: «Le linee guida non sono vincolanti – avvertono Rauti e Roccella – e quelle attuali non rispettano la stessa legge 194, quando consentono l’aborto fuori dagli ospedali. La pillola – aggiungono – è un modo più economico per abortire, ma più pericoloso per la salute delle donne». La pensa così anche il meloniano Francesco Lollobrigida. «La 194 va rispettata per intero – osserva – le donne vanno messe in condizione di decidere liberamente se abortire o meno, sperando che nessuna sia costretta a farlo per questioni economiche o cattiva informazione». 

Sul tema interviene anche Matteo Salvini. Che rassicura: se vinceremo le elezioni «non toccheremo la 194: l’ultima parola spetta alla persona, non allo Stato». Ma la legge sull’aborto, precisa, «va implementata dando la possibilità alla donna in difficoltà di scegliere. Aiutandola – aggiunge – a scegliere la vita». Anche con sostegni economici per chi si trova in difficoltà. Lo scontro, insomma, per il momento sembra rinviato. Almeno fino al prossimo post. 

[Fonte: www.ilmattino.it]

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