Roma, 27 set – Emanuele Fiano, sconfitto da Isabella Rauti, ci fa “ciao” con la manina. Certo, non con allegria. Perché l’ormai ex-onorevole chiude così la sua carriera in parlamento (se non altro, per il momento).
Fiano, la batosta dalla Rauti
È superfluo dire quanto il caro Emanuele Fiano non ci mancherà. Non ci mancherà la sua ridicola legge sull’apologia del fascismo, non ci mancheranno le sue uscite presenti contro qualsiasi atteggiamento di vicinanza degli esponenti di centrodestra a Paesi come Polonia e Ungheria, non ci mancherà la sua ossessione su una “propaganda”, di nuovo, fascista, inesistente. Non ci mancherà, anche vista la sconfitta schiacciante che il piddino ha subito da qualcuno che probabilmente, secondo lui, sarà senz’altro fascista, ovvero Isabella Rauti di Fratelli d’Italia. Una differenza schiacciante: 29,85% contro il 46,9%, come riporta il Giornale. Isabella, figlia di Pino, dunque vola nel nuovo parlamento. Fiano va a casa. Per sempre? Chi può dirlo. L’ex onorevole è ancora relativamente giovane, ma se non altro – si spera per cinque anni – lo vedremo lontano dall’assemblea nazionale.
La ex “Stalingrado d’Italia”
A Sesto San Giovanni il primo sindaco di centrodestra è stato Roberto Di Stefano, eletto nel 2017. Prima, la storia era a tinte rosse e, successivamente, piddine. Secondo il sindacalista della Fiom-Ggil Enrico Barbanti, intervistato dall’Agi, “molti operai che hanno votato Salvini alle ultime elezioni avranno votato Meloni. Magari non lo dicono perché si vergognano a dirlo”. Aggiungendo poi che “rispetto al passato è chiaro che il voto della classe operaia è cambiato, ormai da parecchi anni i riferimenti politici sono inesistenti, in più aggiungiamoci la paura del futuro determinato dall’impatto che i costi energetici hanno sulle aziende. In questo contesto, Letta e il centrosinistra non hanno mai parlato dei problemi del lavoro. Anzi: gli unici a farlo, almeno per quanto riguarda la quota 41 per la pensione, sono stati gli esponenti del centrodestra. Del resto siamo in un momento in cui la sinistra difende l’atlantismo e la destra la Russia di Putin. Cose inimmaginabili anni fa”.
Alberto Celletti
[Fonte: www.ilprimatonazionale.it]