Atto n. 4-04111
Pubblicato il 23 settembre 2020, nella seduta n. 259
RAUTI , URSO , FAZZOLARI – Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. –
Premesso che:
secondo quanto riportato da fonti di stampa, sono ancora bloccati in Libia i 18 membri dell’equipaggio dei due pescherecci di Mazara del Vallo, “Antartide” e “Medinea”, sequestrati la sera del 1° settembre dai militari del generale Khalifa Haftar;
nonostante le costanti rassicurazioni da parte del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, da giorni i familiari non riescono a stabilire un contatto con i marittimi che, dopo essere stati interrogati, sono stati trasferiti nel carcere di El Kuefia, in stato di arresto;
agli armatori viene contestata la presenza dei loro pescherecci all’interno delle 72 miglia (60 in più delle tradizionali 12 miglia) che la Libia dal 2005 rivendica unilateralmente come acque nazionali, in virtù della convenzione di Montego Bay, che dà facoltà di estendere la propria competenza fino a 200 miglia;
secondo fonti libiche, nel corso di una perquisizione, gli ufficiali di Haftar avrebbero trovato dei panetti di sostanze stupefacenti, ma i pescherecci sono rimasti incustoditi sin dai primi giorni e la contestazione sarebbe saltata fuori soltanto durante gli ulteriori accertamenti;
in molti hanno letto il sequestro come una possibile ritorsione, alimentata dalla richiesta di estradizione avanzata dai militari dell’autoproclamato Esercito nazionale libico (LNA): uno “scambio di prigionieri”, tra i 18 pescatori italiani e 4 scafisti libici, appartenenti a importanti clan locali, detenuti in Italia e condannati a 30 anni di carcere dalla Corte d’appello del Tribunale di Catania per la “strage di Ferragosto” che nel 2015 portò alla morte di 49 migranti, che viaggiavano a bordo di uno dei tanti barconi partiti dalle coste libiche;
la vicenda resta fumosa, l’unica cosa che appare chiara è la prova di forza del generale Haftar, l’escluso dal congelamento della guerra imposto da Mosca, Ankara e Washington, nei confronti di Roma;
in particolare, il sequestro dei pescherecci siciliani si incastona nel conflitto libico e in un panorama politico confuso e questa vicenda, che in altri momenti si sarebbe potuta risolvere in maniera più semplice, oggi diventa più complessa e preoccupante,
si chiede di sapere:
se i fatti descritti corrispondano al vero e quali iniziative di competenza stia assumendo il Governo per garantire l’immediato rilascio dei motopesca “Antartide” e “Medinea”, oltre che dei 18 membri dell’equipaggio tuttora trattenuti a Bengasi;
quali iniziative di competenza il Ministro in indirizzo intenda adottare per garantire l’incolumità dei pescherecci italiani e sanare la situazione del riconoscimento unilaterale delle acque internazionali come territorio proprio dalla Libia o da altri Paesi.
[Fonte: www.senato.it]
La risposta della Vice Ministra Marina Sereni
4-04111 VM Sereni per Sen. Rauti
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