Atto n. 4-07215
Pubblicato il 29 giugno 2022, nella seduta n. 446
RAUTI Isabella – Ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali e della salute. –
Premesso che:
nella difficile situazione di emergenza pandemica le ostetriche sono state costantemente impegnate in prima linea nella lotta al virus, negli ospedali e nel territorio, prendendosi cura delle gestanti, delle partorienti, affette da infezione SARS-Cov-2 e non, delle puerpere, dei loro bambini e delle loro famiglie, con lo scopo di sostenerli, accompagnarli in questa delicata ma anche entusiasmante esperienza della loro vita;
hanno prestato assistenza diretta, senza limiti di orario, con ritmi di lavoro e rischi professionali aumentati, in tutte le unità operative di specifica competenza ed anche a domicilio;
anche l’Organizzazione mondiale della sanità, nell’anno 2020, ha voluto celebrare con una particolare attenzione il lavoro di infermieri e ostetriche;
l’ostetrica è una professionista sanitaria che, per assistere le donne, deve essersi laureata in ostetricia, aver superato l’esame di Stato abilitante alla professione ed essere regolarmente iscritta all’albo professionale di competenza;
come indicato dal decreto ministeriale 14 settembre 1994, n. 740, recante “Regolamento concernente l’individuazione della figura e del relativo profilo professionale dell’ostetrica/o” e successive modifiche ed integrazioni, l’ostetrica assiste e consiglia la donna nel periodo della gravidanza, durante il parto e nel puerperio, conduce e porta a termine parti fisiologici con propria responsabilità e presta assistenza al neonato e in ginecologia. L’assistenza ostetrica alla donna e al processo riproduttivo è di natura tecnica, preventiva, curativa, palliativa, riabilitativa, nonché relazionale ed educativa;
negli ultimi 30 anni, parallelamente allo sviluppo delle tecniche legate al campo ostetrico, anche il ruolo dell’ostetrica stessa è mutato divenendo più articolato e complesso. Non a caso, oggi si parla di vera e propria “specializzazione” del ruolo, o meglio, di approfondimento e perfezionamento dell’ambito della sfera femminile a 360 gradi. Quindi non più soltanto per quanto concerne il supporto prenatale e neonatale, ma anche allargando il campo di interesse all’aspetto sociale;
da un’attenta analisi del testo del nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro 2019-2022 si evince che la professione ostetrica è, in assoluto, la professione cui è riconosciuta la quota di indennizzo economico inferiore rispetto a tutti i professionisti sanitari e gli operatori tecnici senza formazione accademica e responsabilità professionale;
le cifre riportate nelle tabelle dimostrano come proprio all’ostetrica sia riconosciuta la quota economica minore rispetto a tutti gli altri professionisti delle aree professionisti della salute e funzionari, area assistenti, area operatori. Una differenza di trattamento che mortifica migliaia di professionisti che non vedono così riconosciuto il proprio lavoro quotidiano creando malessere tra loro, ma anche tra aspiranti ostetriche,
si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza della penalizzazione introdotta con il nuovo contratto di lavoro e, al fine di riconoscere il merito del lavoro svolto, quali misure intendano adottare per porre rimedio alla disuguaglianza di trattamento economico.
[Fonte: www.senato.it]