“E’ stata barbaramente uccisa in Siria, probabilmente da integralisti islamici filo turchi, Hevrin Khalaf paladina delle donne e attivista curda per i diritti umani; è stata un’esecuzione contro una donna-simbolo, impegnata per il suo popolo come segretaria generale del ‘Partito del futuro siriano’ e sempre in prima linea per difendere i diritti fondamentali e la convivenza pacifica tra Curdi, Cristiani e Arabi. Il ruolo delle donne curde, in otto anni di guerra, è stato fondamentale; le abbiamo viste combattere l’Isis – e anche morire – e contribuire in modo determinante alla caduta di Daesh . Oggi questa nuova guerra le ritrova protagoniste; penso a Nessrin Abdalla, 38 anni, comandante curda dell’Unità di protezione popolare (Ypg) delle donne che combatte con altre 8mila nel Nord della Siria e che in un video chiede aiuto alla Comunità internazionale, invocando una no fly zone della regione, sanzioni economiche contro la Turchia e il blocco della vendita delle armi ai Turchi. Penso anche a Dalbr Jomma Issa, comandante delle Unità di Protezione Popolare (Ypg) , e di recente ascoltata in audizione alla Camera. Le sue parole sono verità: ‘Quando c’era da combattere lo Stato islamico, la Turchia non ha mosso un dito, semmai ha favorito l’infiltrazione dei foreign fighter che hanno ingrossato le fila del Daesh. Noi eravamo in prima linea per la liberazione di Raqqa e di Kobane. E ancora oggi siamo impegnati in combattimenti con miliziani dell’Isis che ancora sono presenti nel Nord della Siria. La guerra all’Isis non è affatto terminata e un indebolimento del nostro controllo del territorio finirebbe per rimettere in gioco quelli del Daesh’. Anche lei si rivolge alla Comunità internazionale, chiedendo una Conferenza internazionale di pace con tutti gli attori regionali. L’ONU e l’Unione Europea dovrebbero ascoltare queste voci ed il grido del popolo curdo aggredito dal dittatore Erdogan e dai suoi progetti espansivi; chi resta a guardare è complice della violazione dei confini del territorio siriano, delle uccisioni e dell’innalzamento della minaccia terroristica che non riguarda solo il Medio Oriente ma anche l’Europa. Fratelli d’Italia continua a chiedere all’UE una presa di posizione netta: sanzioni con il regime turco; blocco della vendita delle armi; revisione degli accordi di partenariato. L’Unione Europea, inoltre, deve sospendere ogni aiuto economico alla Turchia e cancellare ogni ipotesi di ingresso della Turchia nell’UE”. Lo dichiara il vicepresidente vicario del gruppo al Senato di Fratelli d’Italia, responsabile per le pari opportunità Esecutivo nazionale di FdI, Isabella Rauti.
[Fonte: www.lavocedelpatriota.it]