E’ il caso di dire: ‘buona la prima’. Si è conclusa oggi registrando grandi apprezzamenti e molta partecipazione la mostra “Cinquant’anni di stampa e propaganda della destra italiana”. La prima rappresentazione del mondo vivace e florido della stampa di destra del secondo dopoguerra fino al 1995.
Un allestimento realizzato nella Biblioteca del Senato su iniziativa della senatrice di Fratelli d’Italia, Isabella Rauti, che è anche componente della Commissione per la biblioteca e per l’archivio storico, che racchiude una selezione di quanto custodito nella Biblioteche di Camera e Senato, nella Biblioteca nazionale di Stato di Roma e con l’integrazione di materiale provenienti dall’Archivio della Casa editrice ‘Eclettica’ e dall’Archivio privato del ‘Centro Studi Pino Rauti’.
Un mondo che proprio nel periodo storico più duro e buio per la destra politica italiana, aveva più che mai voglia di farsi sentire ed esternare la propria energia.
Sempre descritto come immobile e regressivo, fuori dal tempo, legato in maniera anacronista al conservatorismo e al passato, fu invece tutt’altro. Dalle riviste e dalle pubblicazioni esposte infatti, traspare un insieme di correnti progressiste, femministe, laiche ed ambientali. Ma anche propaganda politica e satira.
Tutto fortemente attuale.
“Una mostra che colma un vuoto di informazione, non solamente di carattere storico. Una pubblicistica che testimonia la volontà di non scomparire da parte di chi credeva che le proprie idee non fossero sconfitte” ci tiene a precisare il senatore di Fratelli d’Italia Ignazio La Russa.
Ma è la senatrice Isabella Rauti a spiegare che “la mostra viaggia su due piani paralleli: l’editoria, con il suo fiorire di pubblicazioni di destra anticomunista, e la propaganda politica in senso stretto, ovvero gli strumenti di divulgazione utilizzati dal Movimento Sociale Italiano. All’interno dell’ Msi e, più in generale nella destra, erano presenti molte anime, anche diverse tra loro, ma con un comune denominatore nella stessa visione del mondo, quella visione che ancora oggi dà voce ad una comunità che viene da una storia poco conosciuta ma la cui cultura ha avuto la capacità di essere avanguardia e di individuare temi di attualità. La mostra restituisce nel suo insieme un racconto che potremmo definire ‘del pensiero lungo’, che ha le sue radici e la sua identità e che consente di leggere ed interpretare le sfide politiche attuali e le emergenze”.
Ciò che appare abbastanza chiaro comunque, è l’auspicio per il futuro: affidare idealmente, ad un’altra rassegna, il compito di raccontare quanto accadde dal 1995 ad oggi.
[Fonte: www.lavocedelpatriota.it]