La leader del centro destra ieri al Bibiena: No vax? Megliono tax. Il reddito di cittadinanza un metadone di Stato
MANTOVA Ne ha avute per tutti, come è nel suo stile, Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia nel suo incontro con le forze produttive che si è tenuto in un teatro Bibiena tutto esaurito, nei limiti del lecito nel rispetto della normativa sul distanziamento e con accesso solo con GreenPass. In platea anche le senatrici Daniela Santanchè e Isabella Rauti insieme alla consigliera regionale Barbara Mazzali. Isolamento della città di Mantova per la mancanzadi infrastrutture, difficoltà delle aziende con gli imprenditori definiti i “nuovi eroi” da Alessandro Beduschie di conseguenza carenza di posti di lavoro con i giovani mantovani che vanno a cercare fortuna altrove. Queste le prime criticità messe in luce durante l’incontro introdotto da Paola Bulbarelli, cui hanno fatto seguito le specifiche richieste delle categorie produttive presenti sul palco: Carlo Zanetti, Commissario della Camera di Commercio, Guerrino Nicchio, imprenditore sanitario, Paolo Carra, presidente Coldiretti, Matteo Lavagna, vicepresidente Confagricoltura nazionale e Paola Mancini, assessore a Castel Goffredo. «Non vogliamo contributi a pioggia, vogliamo lavorare – ha detto Zanetti -, occorre un fisco più equo, la riforma della Pubblica Amministrazione, abolire il reddito di cittadinanza e diffondere una cultura d’impresa che parta dalle scuole». «Abbiamo bisogno di regole chiare e condivise», gli ha fatto eco Nicchio. «Il nostro settore produce 6 miliardi di export nella provincia -, ha proseguito Carra -, la burocrazia ci sta ingabbiando nel reperimento di mano d’opera con difficoltà che non sono legate ai prodotti», concetto poi ribadito da Lasagna. «Il sistema scolastico deve saper intercettare le offerte del mondo del lavoro, mentre la ricollocazione necessita di una formazione nuova – ha aggiunto Mancini -, il precariato non deriva dalla flessibilità del lavoro ma dall’instabilità del mercato. Il lavoro è cambiato e lo smartworking non scomparirà». Giorgia Meloni, che mancava dalla città virgiliana dal 2015, ha risposto punto su punto.
«Mantova rispecchia i problemi di tutto il territorio nazionale – ha confermato l’onorevole -. Bisognava lavorare affinchè le aziende non chiudessero, difendere i salari dei lavoratori e aiutare chi finiva in povertà. Invece sono state dilapidate risorse in iniziative inutili come i monopattini o i banchi a rotelle. Il risultato è stato che per alcuni imprenditori è risultato più conveniente chiudere. Il blocco dei licenziamenti non serve se le imprese spariscono. Fratelli d’Italia – ha proseguito Meloni – aveva proposto un piano triennale di incentivi e sgravi per chi oggi mantiene i livelli occupazionali. La povertà non si abbatte con i decreti, l’economia è un circolo virtuoso. Il decreto Dignità, invece di trasformare i contratti a tempo determinato in indeterminati, ha trasformato i determinati indisoccupati – ha aggiunto -. Il reddito di cittadinanza? È metadone di Stato, trasformandosi in un disincentivo al lavoro o in lavoro in nero come è accaduto durante tutta la stagione estiva. Il lavoro è educazione e dignità». Poi è statala volta del Pnrr. «Le imprese e i cittadini non vedranno nulla perché sono risorse che andranno sugli investimenti e non serviranno ad aiutare nell’immediato mentre le tasse finiranno per pesare sulle aziende». E ancora l’Europa. «All’Italia serve una politica che difenda i nostri interessi all’interno del contesto europeo, così come fanno Francia e Germania». Infine l’obbligatorietà dei vaccini. «Con la coercizione non si ottiene l’obbligo e il vaccino non ferma il contagio ma le ospedalizzazioni. No vax? Semmai no tax. La nostra forza? Il brand Italia. E’ lì che occorre puntare».
Green pass o vaccino obbligatorio? Il Governo si assuma le sue responsabilità
MANTOVA «Penso che l’estensione del Green Pass e il vaccino obbligatorio siano due cose diverse. Il Green Pass era una misura nata dall’Unione europea per favorire la circolazione delle persone, il vaccino obbligatorio è un’altra cosa: se il Governo vuole usare il Green Pass per inserire surrettiziamente l’obbligo vaccinale allora io penso che questo non sia giusto». Questo quanto ha detto la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, a margine dell’incontro di ieri al Bibbiena riguardo alla questione Greenpass. «Il Governo inserisca l’obbligo vaccinale – ha proseguito –; io non sono d’accordo ma che se ne assuma la responsabilità; anche perché ci sono regole diverse sugli indennizzi nel caso in cui qualcosa non funzioni. L’obbligo vaccinale prevede per legge che lo Stato indennizzi, sul resto ci sono sentenze della Corte costituzionale mala legge non c’è». Meloni ha negato di sentirsi “minacciata” nei consensi dall’atteggiamento di Matteo Salvini, leader della Lega, che sta al Governo ma su una posizione critica su vaccini e Green Pass: “Francamente no, questo rapporto nel centrodestra così conflittuale – ha replicato – lo vedete voi ma non lo vedo io. Considero assolutamente una buona notizia il fatto che anche esponenti della maggioranza che sostiene Draghi siano d’accordo con noi sulle misure assoluamente irragionevoli che questo governo sta adottando, surreali per certi versi. E’ una buona notizia – ha ribadito Meloni – che anche la Lega cistia sostenendo in questa battaglia. Penso sia anche dal loro punto di vista ragionevole chiedere di non sostenere un governo con i voti del Centrodestra che intende fare esattamente quello che pretende la sinistra. Perché quello non si chiama larghe intese, si chiama usare i voti degli altri», ha concluso.