La candidata al Senato per Fratelli d’Italia ha vinto raggiungendo il 45,29% delle preferenze contro il 30,9% raccolto dal suo avversario. Fiano (Pd): “Peggior risultato che io ricordi”
l dato raggiunto da Fratelli d’Italia è «un’affermazione storica», soprattutto «in una campagna elettorale avvelenata e aggressiva che abbiamo subito ma non abbiamo alimentato. Non abbiamo raccolto provocazioni e offese».
A parlare questa mattina in una conferenza stampa è Isabella Rauti, candidata al Senato per Fratelli d’Italia, fresca di elezione dopo la vittoria nel collegio uninominale di Sesto San Giovanni.
La ex Stalingrado d’Italia è stata sotto i riflettori per tutta la campagna elettorale non solo perché ormai da due mandati è guidata dal centrodestra, dopo una storia tutta a sinistra, ma perché a sfidare Rauti, figlia di Pino, ex segretario del Msi, c’era Emanuele Fiano, candidato per il Pd e figlio di Nedo, superstite dell’Olocausto.
Rauti ha vinto queste elezioni raggiungendo il 45,29% delle preferenze contro il 30,9% raccolto dal suo avversario. Una sconfitta netta del Partito democratico su cui lo stesso Fiano è entrato nel merito: «Ha perso il Pd per molte ragioni, ma sono tutte nostre, le ragioni, e le scelte che ci hanno portato qui, al peggior risultato complessivo che io ricordi – scrive in un messaggio su Facebook – Abbiamo affrontato una elezione maggioritaria sostanzialmente da soli e non poteva che finire così. Ho dato tutto me stesso come ho sempre fatto, in questa campagna elettorale ed in questi anni, con disciplina ed onore, e ho fatto errori di valutazione». Fiano aggiunge poi che «Se non affronteremo gli errori fatti sarà ancora peggio» e precisa come, nonostante la legittima vittoria di Rauti, «non modificherò il mio giudizio sui valori che lei esprime».
Dal canto suo Rauti in conferenza stampa sottolinea come siano state dette in più occasioni «cose offensive e inesatte sulla mia famiglia e sulla storia di mio padre», del quale secondo la neo senatrice «si sarebbe dovuta raccontare la storia per intero: mio padre è stato anche parlamentare europeo, giornalista, scrittore e segretario di partito, non un extraparlamentare, ed è stato sempre assolto da ogni accusa che gli è stata rivolta». Sui toni della campagna elettorale a Sesto San Giovanni si torna più volte, sottolineando anche che: «Enrico Letta ha parlato di Sesto come di uno scontro tra il bene e il male, tra due Italie e due civiltà ma lascio parlare i risultati» ribatte Rauti. Alle critiche sulla sua mancata partecipazione al confronto tra i candidati, la neo eletta rappresentante di Fratelli d’Italia risponde che «non è scappata» ma che gli articoli apparsi sul quotidiano La Repubblica, moderatrice del dibattito, «erano una sorta di provocazione, strumentalizzazione e polarizzazione che non erano accettabili». Si è detta però disponibile a un confronto con Fiano «sul passato, presente e futuro, fuori dal momento elettorale» e sottolinea come il suo stato d’animo non sia «quello di una rivalsa». A chi le chiede se il dato dell’astensionismo, il più alto della storia repubblicana, possa considerarsi una macchia su questa vittoria del centrodestra, Rauti replica che «è un neo e un dispiacere» ma aggiunge «non si può parlare di astensionismo solo quando si commentano i dati: serve fare un’analisi per fasce d’età e territoriale. È comunque un dato su cui serve ragionare dal giorno dopo le elezioni, che rivela scontento».
Rimandati per il momento i commenti sui nuovi rapporti di forza interni al centrodestra in Lombardia, in vista delle elezioni regionali della prossima primavera: qui sono due i fronti. La possibile ricandidatura dell’attuale governatore Attilio Fontana (caldeggiata da sempre dalla Lega) e la disponibilità alla coalizione data dall’attuale vicepresidente di Regione Lombardia, Letizia Moratti: «Non abbiamo elementi per rispondere, faremo una serie di riflessioni in sede nazionale e verranno prese delle decisioni che non ho nessun titolo per anticipare qui oggi» taglia corto Rauti. Sulla questione dice qualcosa in più Paola Frassinetti, anche lei rieletta in Parlamento in quota Fdi: «È chiaro che il nostro peso politico è cambiato e quindi alla luce di questo ci sarà un tavolo spero a breve, perché il tempo non è più molto», tutto nell’ottica di un candidato forte che possa vincere le prossime elezioni e che «potrà essere anche il governatore uscente, che abbiamo sempre appoggiato senza mai nessun problema».
Simona Buscaglia
[Fonte: www.lastampa.it]