“L’industria della Difesa è un settore strategico e nello stesso tempo molto particolare ed, esterno ai mercati, perché i clienti finali sono gli Stati. Proprio per questo l’assetto nazionale deve svilupparsi secondo un progetto dettato non solo da logiche aziendali ma nel solco di scelte e decisioni prese dallo Stato e dal Governo. Questo approccio vale anche quando si devono decidere riassetti che coinvolgono altre nazioni. Mi auguro che il Governo abbia una strategia e voglia renderla pubblica perché non si può lasciare al caso o al mercato il futuro dell’industria italiana della Difesa. I grandi campioni nazionali del settore, Leonardo e Fincantieri in primis ma anche Iveco Defence, Elt, Beretta, possono trovare un posto rilievo anche all’interno dell’ipotesi di una grande industria della difesa europea, alimentata da fondi comunitari. Senza strategia e senza accordi con i Governi di altre nazioni, rischiamo di perdere pezzi di Pil, segmenti di tecnologia, storie di know how e soprattutto una quantità enorme di lavoro ad elevato contenuto tecnologico e di grande valore. Occorre definire una strategia, trattare spazi di leadership all’interno dell’UE (nel settore navale, elicotteristico, elettronico e delle armi leggere, ad esempio) ed accettare ruoli di partenariato e di fornitura, in quelli dove la leadership è di altre nazioni. Una volta decisa la strategia occorre però renderla reale ed effettiva con investimenti mirati”.
Lo dichiarano i capigruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Difesa del Senato e della Camera, Isabella Rauti e Salvatore Deidda.
[Fonte: www.lavocedelpatriota.it]