Le violenze di genere sono un fenomeno ancora sommerso, un mondo che attraversa il mondo e le società; le donne le subiscono tra le mura domestiche ma anche nei luoghi di lavoro; in tempi di pace e in tempi di guerra, a tutte le latitudini geografiche e con tutte le geometrie economiche. Ovunque accade si calpestano parole come fiducia, amore, libertà.
Ci sono alcuni uomini maltrattanti seriali e recidivi – conosciamo il profilo degli autori delle violenze – e ci sono quelli che uccidono le donne perché sono donne o perché hanno detto un no. E non è un raptus ma il culmine di una catena reiterata di violenze. E poi ci sono quelli che le sfruttano sessualmente, se ne parla poco ma il fenomeno della tratta è imponente. Ci sono organizzazioni criminali internazionali che riducono le donne in schiavitù.
Nei giorni scorsi l’Autorità giudiziaria ha smantellato una rete criminale nigeriana ramificata in tutta Italia che commerciava ragazze giovanissime, imponeva riti macabri, le privava dei documenti, dell’identità e le costringeva alla prostituzione o all’accattonaggio. Queste donne sono state liberate da una spirale di violenze e maltrattamenti che annienta ma non sappiamo quante altre restano prigioniere dei loro aguzzini; queste invisibili difficilmente riescono a denunciare, bisogna far emergere il sommerso che le circonda, perseguire i trafficanti degli esseri umani e percorrere le strade che utilizzano per il reclutamento e cercare di riconoscere i cosiddetti “indicatori” dei casi di tratta, senza sottovalutare nessun segnale di rischio potenziale.
La violenza sulle donne non è un fatto privato che riguarda le vittime ma una malattia sociale da sradicare con un impegno collettivo ed una rivoluzione culturale, di costume e di mentalità. Combattere le violenze di genere è una sfida che coinvolge tutti ed affida ad ognuno un compito.
Dobbiamo rendere giustizia a tutte le vittime di violenza e punire gli autori dei reati con pene certe e senza sconti; dobbiamo aiutare le donne che subiscono violenza affinché non si sentano sole; sostenerle anche dopo che sono uscite dall’incubo e devono ricostruire la propria esistenza, tornare a fare progetti di vita e speriamo, riuscire ancora a sognare ed innamorarsi!
Lo dichiara nel testo dell’intervento la senatrice Isabella Rauti, vicepresidente del gruppo di Fratelli d’Italia al Senato e responsabile del Dipartimento Pari Opportunità, Famiglia e Valori non negoziabili, in Aula al Senato in occasione della celebrazione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
[Fonte: www.lavocedelpatriota.it]