Percorso:

Liberiamo i coniugi Liu

Isabella Rauti firma l’appello per la liberazione di Liu Xiaobo, premio nobel per la pace, e di sua moglie Liu Xia

Liu Xiaobo è un ex-professore universitario di filosofia a Pechino. La sua vita è stata contraddistinta dalla battaglia in difesa della libertà di stampa, chiedendo la liberazione di giornalisti e dissidenti imprigionati, pubblicando su internet e a mezzo stampa saggi sul potere dei media in Cina e sull’onnipotente partito comunista.
In un articolo per Reporters sans frontières, nel marzo 2004, Liu ha scritto: “I media elettronici in Cina e all’estero aiutano a superare la censura imposta dal Partito comunista cinese (…). In questo gioco di divieti, risposte e ulteriori divieti, lo spazio della gente per il diritto di espressione è in crescita millimetro dopo millimetro. Più la gente avanza, più le autorità diventano repressive. Non è lontana l’epoca in cui la frontiera della censura potrà essere abbattuta e la gente domanderà pubblicamente la libertà di espressione.”
Le battaglie condotte hanno però in realtà avuto solo un effetto contrario, cioè la perdita della sua  libertà. La sua persecuzione inizia nel 1989, col primo arresto per aver difeso pubblicamente il movimento democratico degli studenti; nel 2004 gli vengono staccate le connessioni ad internet e le linee telefoniche; nel 2008 viene nuovamente arrestato e condannato definitivamente nel giorno di Natale del 2009 a undici anni di reclusione con l’accusa di sovversione rispetto allo Stato.
Liu Xia, invece non è una sovversiva, né una giornalista, né una scrittrice. La sua unica colpa è amare un ribelle. Liu Xia dopo l’assegnazione del premio Nobel a suo marito Liu Xiaobo, è agli arresti domiciliari.
La polizia l’ha confinata nel suo appartamento, controlla gli accessi e respinge qualsiasi visita alla donna, addirittura quella di una delegazione dell’Unione Europea. I motivi del divieto non sono stati riferiti dalla polizia, che ha semplicemente utilizzato una misura preventiva per evitare che la donna parlasse con i giornalisti. L’ultimo messaggio della donna è stato trasmesso sul famoso sito web “twitter”, nel quale Liu Xia ha raccontato l’incontro con suo marito in carcere, la rivelazione sull’assegnazione del premio Nobel, le lacrime e la scelta di dedicare quel premio ai martiri di piazza Tienanmen, studenti uccisi nel 1989 con l’unica accusa di aver voluto manifestare reclamando democrazia.

La Giovane Italia lancia quindi un appello a tutti coloro che credono nell’importanza della vita, della libertà e della civiltà. La Cina non può continuare la sua scia di terrore e censura!

Chiediamo quindi a tutti voi di sottoscrivere questo appello [ http://liberiamoliu.wordpress.com/ ] per la liberazione di Liu Xiaobo e Liu Xia, eroi dei nostri giorni, che vivono sacrifici e persecuzione, ma che continuano con il loro esempio a dare testimonianza dell’esistenza di una Cina diversa, una Cina che vuole cambiare.

La petizione sarà inviata a Hu Jintao, presidente della Repubblica Popolare Cinese e a Franco Frattini, Ministro degli Esteri.

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