(Adnkronos) – Il Cantos di Pierfranco Bruni ha parole forti che rimandano a tutta la storia ‘unitarista’ con l’ironia e la saggezza oltre che con la fantasia del poeta: ”Siamo briganti/in questo Sud/che recita ancora il sangue di Gaeta/con Maria Sofia/regina dei vinti/che ha le carni e il cuore/mai piemontesizzati/e mai savoiardi/e diffidenti di rivoluzioni/che non portano il nostro nome”.
Nel saggio introduttivo Isabella Rauti sottolinea: “Nel libro rivivono le esistenze di coloro che non vedevano. e non ricevevano, nessun vantaggio dall’Unità d’Italia e le loro rivolte sociali contro l’invasione piemontese e poi, contro la borghesia liberale che, divenuta classe dirigente, mantiene e conserva le stesse condizioni economiche e sociali pregresse e respinge le richieste contadine. Si raccontano vite e storie quotidiane di uomini e soprattutto di donne e di un immaginario collettivo che è rimasto sbiadito sullo sfondo della storia ufficiale ma che, invece, era l’anima popolare più autentica e diffusa”.
Nell’ordito e nella trama delle microstorie, di cui è intessuto il quotidiano popolare e contadino, “svettano le figure dei briganti ma ancor di più quelle delle brigantesse, nomi quasi anonimi e decisamente poco noti ai più, con il loro ‘destino altrove’ di donne che, nelle pagine dei nostri autori trovano finalmente un riscontro storico e descrittivo che rende giustizia di qualcuna delle troppe mistificazioni”.
[Fonte: Libero-news.it]