“Avevo nove anni quando ho assistito all’arresto di mio padre. Alla fine è stato assolto con formula piena e questo ha segnato me e la mia famiglia per sempre”. A parlare è Isabella Rauti, moglie di Gianni Alemanno, la cui vita è stata nuovamente terremotata dall’inchiesta di Mafia Capitale. Figlia di Pino Rauti, tra i fondatori dell’Msi finito in carcere con l’accusa di aver partecipato agli attentati ai treni dell’8 e 9 agosto del 1968, Isabella, ora, rivive l’incubo della sua infanzia, e lo spiega in un’intervista a La Stampa. “Martedì – spiega – quando i carabinieri sono entrati in casa alle 8 di mattina sono tornata a 42 anni fa. Li ho iniziato a capire cosa è la condanna sociale e morale e anche le forme di sciacallaggio. Ho imparato a non giudicare se non sulla base dei fatti, libera dal pregiudizio”.
Le smentite – Isabella Rauti, poi, si dice “assolutamente convinta dell’estraneità di mio marito rispetto ai fatti a lui imputati”. Dunque, ritorna allo sciacallaggio: “Quando martedì mattina hanno citofonato per effettuare la perquisizione già c’erano giornalisti che filmavano quello che accadeva. E sono state scritte falsità incredibili come quella dell’Argentina”. Per la moglie di Alemanno, quella delle valigie piene di soldi è “una panzana”. Ma non solo per lei, perché anche la Procura ha smentito, “ma quasi nessun giornale ha dato riscontro di questa smentita a fronte dei titoloni del giorno prima”. Dunque sul furto in casa che Alemanno non avrebbe denunciato spiega: “Noi abbiamo subito un furto nell’ottobre 2013 e hanno scritto che non era stato denunciato quando bastava cliccare su Google e sarebbe apparsa una rassegna stampa a seguito della nostra denuncia”.
[Fonte: www.liberoquotidiano.it]