E’ inaccettabile considerare la Lombardia ‘zona rossa’, così come stabilito dall’ultimo Dpcm. Il governo, infatti, in questo modo condanna un’intera Regione all’isolamento, ma quello che è ancora più grave è che questo è stato deciso sulla base di dati vecchi, come peraltro ammesso dallo stesso governo, e secondo quei misteriosi 21 criteri attraverso i quali l’Italia è stata ‘colorata’ e le Regioni divise in diverse zone.
A questo si aggiunge che tutto ciò è stato deciso senza che le richieste della Regione Lombardia siano state prese in considerazione, con il governo che come al solito ha proceduto da solo senza ascoltare e coinvolgere i territori. Inoltre, questa chiusura generalizzata non ha tenuto in alcun conto le evidenze epidemiologiche delle singole province, che sono assai differenziate. Mi riferisco alla provincia di Mantova, che conosco bene essendo il collegio nel quale sono stata eletta, che secondo i dati diffusi dalle Autorità sanitarie ha un indice di contagio minore rispetto ad altre province della Lombardia. Ecco, se venissero considerate le evidenze scientifiche su base provinciale il territorio mantovano non dovrebbe essere inserito nella zona rossa e quindi esentato dall’applicazione delle misure dell’ultimo Dpcm. E come Mantova chissà quante altre province potrebbero evitare il peso della zona rossa, che giova ricordare è particolarmente oneroso sul piano economico e che rischia di portare al collasso quelle tante attività che invece faticosamente stavano risalendo dalla crisi.