«Come ogni anno, puntuale arriva l’8 marzo, e con esso la sua festa e i suoi convegni, e io partecipo volentieri a tutti. Però prendiamo un impegno quest’anno: andiamo oltre l’8 marzo, diamoci degli obiettivi e tra un anno valutiamoci e vediamo che cosa è cambiato.
Io propongo come questioni da affrontare coraggiosamente tutte, senza fare un passo indietro, la questione del mercato del lavoro: attendiamo una riforma che aumenti gli strumenti di conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro; interventi legislativi per sradicare la vergogna delle dimissioni in bianco; un mercato del lavoro che includa le donne e le libere scelte di maternità; parità di salario tra uomini e donne, a parità di lavoro svolto; meno priorità di contratti per avere meno precarietà, più flessibilità, e comunque garanzia del mondo del lavoro; un welfare sussidiario vicino alle donne e alla famiglie, che offra maggiori servizi per la conciliazione.
Altra questione di fondo: donne e politica. Noi come dato occupazionale dobbiamo superare quel 46.1%, e nel dato politico di rappresentanza delle donne nelle istituzioni dobbiamo superare la percentuale attuale, che di poco va oltre il 18%, per puntare al 30% di donne nelle istituzioni, e un domani al 50%, che è l’unica soglia che garantisce l’efficacia di un sistema veramente democratico. Quindi più donne nelle istituzioni, per rendere la politica più efficace e più trasparente.
E ancora: la violenza sulle donne nelle sue molte forme – una questione che non è assolutamente marginale – in particolare la violenza domestica, ma non solo. Le statistiche fanno rabbrividire, cerchiamo di diminuire queste percentuali, cerchiamo di assumere tutti una responsabilità collettiva, perché la violenza è anche un fatto culturale, non è soltanto un fatto di applicazione, sia pure necessaria, delle leggi che abbiamo.
Puntiamo quindi a una parità sostanziale, puntiamo all’inclusione, e da ultimo, aggiungo, puntiamo anche a linguaggi della comunicazione, in particolare delle pubblicità, che non offendano e non sviliscano l’immagine delle donne: siamo stanche dei soliti stereotipi femminili, siamo stanche di pregiudizi, vogliamo vedere donne normali, come noi, come si vedono tutti i giorni, che lavorano, che fanno una vita normale, e soprattutto, vogliamo vedere immagini che non sviliscano e che non contribuiscano ancora di più a radicare questi stereotipi culturali di cui dobbiamo liberarci, perché le donne sono impegnate ogni giorno in molti ruoli e in molte funzioni, e meritano il nostro rispetto.
E allora io direi festeggiamo l’8 marzo tutte insieme, in modo assolutamente bipartisan, ma soprattutto da oggi lanciamo un percorso condiviso dei progetti secondo quei nodi fondamentali: 8 marzo sì, oggi, 8 marzo tutti i giorni, io lotto ogni giorno per questo, per te, per me, per tutte le altre».
Isabella Rauti