Atto n. 1-00022
Pubblicato il 10 luglio 2018, nella seduta n. 19
BERTACCO , BALBONI , FAZZOLARI , GARNERO SANTANCHE’ , IANNONE , MARSILIO , NASTRI , RAUTI , URSO , LA PIETRA
Il Senato,
premesso che:
la sera del 3 giugno 2017, a Torino, durante la proiezione su maxischermo della partita di calcio di finale della Champions league, l’improvviso scatenarsi del panico tra le migliaia di persone presenti ha avuto conseguenze devastanti in termini di persone ferite, che sono state oltre 1.500; in tale circostanza ha perso la vita una donna, Erika Pioletti, deceduta a seguito delle ferite riportate dopo essere stata calpestata dalla folla;
occorre rilevare, tuttavia, che per quanto attiene allo specifico caso accaduto a Torino, esso è, almeno in parte, riconducibile al fatto che avevano avuto luogo alcune violazioni delle disposizioni adottate dalle autorità locali, in particolare la vendita abusiva di bevande in bottiglia di vetro;
ciononostante, in seguito a quel tragico evento, il 7 giugno 2017 il capo della Polizia ha ritenuto di diramare ai competenti soggetti istituzionali una circolare, la circolare Gabrielli, contenente le indicazioni per la tutela della pubblica incolumità in occasione di eventi pubblici e per l’ordinato svolgimento delle manifestazioni;
la circolare Gabrielli è stata successivamente integrata da una direttiva del capo di gabinetto del Ministro dell’interno e da una siglata dal capo del Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, contenenti la prima “Modelli organizzativi per garantire alti livelli di sicurezza in occasione di manifestazione pubbliche”, e la seconda “Indicazioni di carattere tecnico in merito a misure di safety”;
dopo l’adozione del nuovo quadro di previsioni, tutte le iniziative organizzate, di tutti i generi e di tutte le grandezze, sono state sottoposte a una procedura complessa e complicata sia sotto il profilo burocratico, non tanto nella fase progettuale (progetto di sicurezza) quanto nella fase di valutazione del rischio, sia sotto il profilo dei costi perché è stato richiesto che fossero impegnate risorse finanziarie che, sia ove poste a carico degli organizzatori privati, sia ove poste a carico dei Comuni, rappresentano un onere eccessivo;
nell’attuazione pratica si è rivelato che le nuove procedure non risolvono affatto il problema del contenimento del rischio ma, anzi, lo aggravano, perché attribuire la valutazione del rischio a una griglia, composta di sole tre fasce si risolve in una categorizzazione grossolana che non tiene conto delle peculiarità delle singole organizzazioni, né della grandezza dei comuni sia sotto il profilo del territorio, sia sotto il profilo della consistenza numerica;
la valutazione del rischio andrebbe, al contrario, ricondotta alla valutazione degli organi di governo dei singoli territori, sindaco, polizia municipale e prefetture, unici soggetti in grado di valutare i potenziali rischi, realizzando al contempo una semplificazione delle procedure;
nell’ultimo anno, a seguito dell’adozione dei citati atti relativi alla sicurezza degli eventi pubblici, i Comuni si sono, invece, trovati a dover adempiere ai numerosi nuovi procedimenti in vista di manifestazioni e iniziative, sia se organizzate direttamente dall’ente, sia se organizzate da pro loco e altre associazioni presenti sui territori, che hanno, di fatto, reso impossibile la realizzazione di numerose manifestazioni;
soprattutto nei piccoli centri le iniziative pubbliche organizzate, in gran parte durante i mesi estivi, permettono la coesione del tessuto sociale e garantiscono vitalità, inclusione, e appartenenza, permettendo la trasmissione di valori, storia e cultura dei luoghi, e favorendo anche il mantenimento di flussi turistici che fanno bene ai territori e alle imprese;
sagre, processioni, cene in piazza, rievocazioni storiche sono fondamentali per i Comuni e gli amministratori stanno da tempo segnalando la necessità che si intervenga al fine di non disperdere questo patrimonio, per il bene dell’Italia che da mille anni è il “Paese dei campanili”, dei borghi e delle comunità, per il quale lavorano ogni anno centinaia di associazioni e migliaia di volontari;
le nuove regole imposte a tutti gli organizzatori di eventi per la gestione delle iniziative che prevedono afflusso di pubblico, con una netta distinzione tra safety, posta in capo alla responsabilità di Comune, Vigili del fuoco, Polizia municipale, Prefettura e organizzatori, e security, relativa ai servizi di ordine e sicurezza, distinguendo di conseguenza i compiti che spettano alle forze di polizia e quelli spettanti alle altre amministrazioni e agli organizzatori (associazioni, privati ed enti pubblici), hanno già determinato la cancellazione di numerosi eventi;
appare, quindi, indispensabile una semplificazione della normativa relativa agli eventi pubblici, che abbandoni il criterio meramente numerico del previsto afflusso di pubblico all’evento contemperandolo con le particolarità del territorio e la dimensione degli spazi, che restituisca la titolarità della fase di valutazione del rischio ai sindaci con gli altri organi di governo del territorio, e che permetta l’abbattimento dei costi, ponendo le spese per la sicurezza a carico delle strutture di appartenenza delle forze impiegate;
è urgente che si intervenga subito, in primo luogo perché l’aggravio burocratico derivante dai procedimenti sta danneggiando il funzionamento dei Comuni, soprattutto nei piccoli centri, con un inutile dispendio di energie che la pubblica amministrazione, già gravata da numerosissime incombenze, non si può permettere, e, in secondo luogo, per evitare che un patrimonio importantissimo di tradizioni, spettacoli, processioni sia disperso o possa essere realizzato solo in maniera molto ridimensionata,
impegna il Governo:
1) ad assumere urgenti iniziative volte a rivedere l’impianto della normativa, realizzando una semplificazione delle procedure e una riduzione dei costi, riconducendo le responsabilità per le manifestazioni in luoghi pubblici o aperti al pubblico sotto la regia e il controllo degli organi di governo dei singoli territori, sindaco, polizia municipale e prefetture;
2) a mettere a disposizione dei Comuni, ove necessario, uomini e mezzi atti a potenziare la sicurezza e la prevenzione nelle manifestazioni.
[Fonte: www.senato.it]