Atto n. 1-00210
Pubblicato il 29 gennaio 2020, nella seduta n. 185
CIRIANI , RAUTI , LA PIETRA , BALBONI , BERTACCO , CALANDRINI , DE BERTOLDI , FAZZOLARI , GARNERO SANTANCHE’ , IANNONE , LA RUSSA , MAFFONI , NASTRI , PETRENGA , RUSPANDINI , TOTARO , URSO , ZAFFINI
Il Senato,
premesso che:
il regolamento (UE) n. 1169/2011, relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, ha disciplinato i requisiti generali del sistema dell’etichettatura alimentare, fissando le caratteristiche generali relative all’informazione sugli alimenti e alle responsabilità degli operatori del settore alimentare e stabilendo, altresì, l’elenco delle indicazioni obbligatorie che devono essere riportate;
in data 8 febbraio 2018 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto legislativo 15 dicembre 2017, n. 231 (entrato in vigore il 9 maggio 2018), recante la disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni del regolamento (UE) n. 1169/2011, e relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori;
il sistema di etichettatura dei prodotti alimentari ha comunque registrato nel settore produttivo e commerciale uno sviluppo e applicazione importante, seppur diversificato, in termini di metodologie e modelli informativi nutrizionali adottati e in uso tra gli operatori del settore alimentare nei diversi Stati membri;
i più noti e diffusi modelli e metodi di etichettatura comprendono il “Nordic key hole”, in uso da circa 30 anni soprattutto nei Paesi scandinavi (che classifica su scala cromatica le informazioni nutrizionali relative ai relativi alimenti), il modello “Traffic light o a semaforo”, adottato nel Regno Unito prendendo spunto dal modello scandinavo precedentemente citato, che abbina la composizione principale dei 5 valori nutrizionali (calorie, grassi, sale, grassi saturi, zuccheri su 100 grammi di prodotto) ad uno dei tre colori tra rosso, giallo e verde; e ancora, l’ENL (“Evolved nutrition label”, o etichetta nutrizionale “evoluta”), promossa da sei multinazionali del settore alimentare, progetto però arenato a causa delle pesanti critiche da parte di esperti e associazioni dei consumatori;
tra le varie tipologie di etichettatura alimentare sperimentate e sviluppate all’interno dell’Unione europea, il “Nutri-score”, sviluppato da un centro di ricerca francese e riconosciuto dal Governo francese, è quello intorno al quale si è incentrato notevolmente il recente dibattito politico-economico ed internazionale negli ultimi mesi;
la questione ha assunto crescente rilevanza, specie in relazione alla petizione, promossa da un’associazione dei consumatori francese “UFC-Que Choisir” attraverso lo strumento della “iniziativa dei cittadini europei”, mediante la quale i proponenti chiedono testualmente alla Commissione europea di “imporre l’obbligo di un’etichettatura semplificata “Nutriscore” sui prodotti alimentari, al fine di tutelare la salute consumatori e garantire che vengano loro fornite le informazioni nutrizionali di qualità”;
il “Nutri-score”, la cui imposizione obbligatoria a tutti gli Stati membri da parte della Commissione europea è richiesta e desiderata dai promotori della petizione, è il sistema di etichettatura dei prodotti alimentari sviluppato in Francia, che semplifica l’identificazione dei valori nutrizionali di un prodotto alimentare, utilizzando due scale correlate: una cromatica, divisa in 5 gradazioni dal verde al rosso, ed una alfabetica comprendente le cinque lettere dalla A alla E;
tale strumento è stato sviluppato da un gruppo di ricercatori francesi denominato EREN (Equipe de recherche en Epidémologie nutritionnelle) e consiste in un sistema a punteggio, il cui fondamento sono le tabelle nutrizionali della “Food standards agency” del Regno Unito: peraltro quest’ultimo modello a sua volta (come dimostrato da autorevoli studi) non darebbe alcuna certezza nello stabilire il nesso tra il tipo di alimento e i rischi concreti per la salute;
Nutri-score è, inoltre, un marchio registrato presso l’EUIPO, vale a dire l’Ufficio per la tutela della proprietà intellettuale dell’Unione europea, dall’ANSP, Agenzia francese per la sanità pubblica (Agence nationale de santé publique), ente amministrativo pubblico sotto l’autorità del Ministero della salute francese;
tale iniziativa ha suscitato, comprensibilmente, forti reazioni a livello internazionale, oltre che nel mondo politico, anche nel settore scientifico, economico e produttivo e tra le associazioni dei consumatori, con particolare riferimento a quei profili e rilievi di perplessità, preoccupazione e giustificato allarme sotto diversi profili. Dal punto di vista scientifico, riguardo sia all’effettiva idoneità, non pacificamente riconosciuta e anzi oggetto di numerose perplessità, della stessa metodologia Nutri-score, a fornire informazioni nutrizionali e qualitative sugli alimenti realmente in grado di supportare la finalità di tutela della salute dei consumatori; dal punto di vista economico, con riferimento al prevedibile impatto negativo che un simile sistema di etichettatura potrebbe generare sull’economia nazionale di quei Paesi, come in primis l’Italia, per i quali il comparto alimentare con le sue eccellenze universalmente riconosciute rappresenta il settore di punta ed una delle principali componenti del PIL: economie che, evidentemente, risulterebbero fortemente penalizzate e svantaggiate dall’irragionevole ipotesi dell’introduzione obbligatoria e coatta di un simile sistema informativo;
alla luce delle diverse considerazioni avanzate da più voci del mondo scientifico, economico, produttivo e politico, tale sistema di etichettatura sarebbe invero molto distante dalla finalità dichiarata, volta ad un presunto e generico perseguimento di obiettivi di tutela della salute dei consumatori, mentre più verosimilmente appare molto più vicina ad uno sfacciato, quanto maldestro ed intollerabile, tentativo di pressione politica sulle istituzioni europee mascherato da “politica salutista”;
un tentativo, peraltro, facilmente riconducibile all’iniziativa governativa di un singolo Stato membro, la Francia, a suo palese ed evidente vantaggio e ad altrettanto evidente e palese svantaggio di quegli Stati membri che, in ragione dell’elevata qualità e dei livelli di eccellenza della propria produzione alimentare (produzione che, per quanto riguarda l’Italia, non conosce rivali), risultano fortemente competitivi;
il rischio insito in questo sistema è quello dell’emergenza formale, in sede europea, di una politica economica e commerciale, a giudizio dei proponenti del presente atto di indirizzo oltre che sleale, anche ostile e aggressiva, idonea ad alterare la concorrenza del mercato favorendo alcune economie e penalizzandone altre, in netta contrapposizione, peraltro, con i valori e le finalità istitutive e fondative dell’Unione europea, che, vale la pena ricordare, perseguono ben altri obiettivi di rafforzamento della coesione economica e solidarietà tra gli Stati membri e dell’innalzamento dei livelli di benessere e del tenore di vita dei cittadini europei, in una logica di integrazione e solidarietà,
impegna il Governo:
1) ad attivarsi vigorosamente in sede europea mediante l’attivazione di tutti gli strumenti utili a contrastare l’ipotesi di adozione del “Nutri-score”, quale sistema di etichettatura uniforme suscettibile di veicolare messaggi nutrizionali distorsivi e potenzialmente penalizzanti e dannosi per l’economia nazionale;
2) a preservare e tutelare il settore alimentare italiano e le eccellenze del made in Italy da possibili effetti distorsivi sulla concorrenza e sulla leale competizione economica internazionale di politiche europee e interne al mercato comune sviluppate sulla base di iniziative di singoli governi di altri Stati membri e connotate da non trascurabili elementi di ostilità e aggressività, come nel caso del Nutri-score;
3) a proporre alternativamente, in sede europea, un sistema di etichettatura dei prodotti alimentari idonea a rilanciare la fondamentale esigenza di diffondere la dieta mediterranea, riconosciuta a livello mondiale dall’UNESCO come bene immateriale transnazionale, ed integrare la proposta italiana di un’etichettatura a batteria per gli alimenti con un richiamo visivo a tale dieta;
4) a promuovere, in sede sia europea che internazionale e globale, il riconoscimento dell’importanza delle specificità alimentari a marchio DOP e IGP ed il loro profondo valore culturale oltre che alimentare, promuovendo etichettature specifiche che valorizzino tali prodotti e li escludano o li esentino dall’obbligo di adottare sistemi che non li distinguono da qualsiasi altro prodotto alimentare privo delle caratteristiche peculiari e irripetibili che li contrassegnano.
[Fonte: www.senato.it]