Atto n. 1-00280
Pubblicato il 30 luglio 2020, nella seduta n. 247
FAZZOLARI , CIRIANI , RAUTI , BALBONI , CALANDRINI , DE BERTOLDI , GARNERO SANTANCHE’ , IANNONE , LA PIETRA , LA RUSSA , MAFFONI , NASTRI , PETRENGA , RUSPANDINI , TOTARO , URSO , ZAFFINI
Il Senato,
premesso che:
la basilica di Santa Sofia, come è noto, è uno dei principali monumenti della città di Istanbul, in Turchia, e rappresenta uno dei gioielli più belli dell’architettura bizantina;
i lavori per la sua costruzione iniziarono nel 532 d.C., ponendo le fondamenta su un’altra basilica, quella richiesta da Teodosio II, distrutta in un incendio nel corso della rivolta di Nika, costruita sotto la cristiana Costantinopoli e, per secoli, è stata un simbolo della cristianità e, per un lungo periodo, anche sede papale;
con la conquista di Costantinopoli da parte degli Ottomani, nel 1453, fu trasformata in una moschea, e ribattezzata Santa Moschea della Grande Hagia Sophia, subendo modifiche nell’aspetto, con l’aggiunta alla sua struttura di ben quattro minareti, una scuola teologica e una mensa pubblica;
negli anni ’30, dopo il trattato di Sèvres del 1920, che diede l’avvio alla dissoluzione dell’Impero Ottomano, lo scioglimento del sultanato nel 1922 e il trattato di Losanna del 1923 che riconobbe la Repubblica turca, “Santa Sofia” venne prima sconsacrata nel 1931 e poi, con la svolta laica impressa da Mustafa Kemal Atatürk alla Turchia, trasformata nel 1935 in museo aperto a tutte le confessioni, proprio a voler simboleggiare così la fine della connotazione islamista dello Stato turco, contrapposto alla cristiana Europa, e permettendo a tutti di godere della antica bellezza della Basilica;
è dei giorni nostri l’iniziativa del presidente turco Erdo?an e del suo partito (l’AKP “Partito della Giustizia e dello Sviluppo”), fortemente influenzati dall’ideologia integralista dei fratelli musulmani, di ritrasformare in moschea la basilica di Santa Sofia con un evidente atto di forza, proseguendo il lungo processo di re-islamizzazione della Turchia da tempo già avviato;
lo scorso 29 maggio, il presidente turco ha fatto recitare, dopo decenni, una preghiera all’interno della Basilica di Santa Sofia, in occasione dell’anniversario della presa di Costantinopoli da parte degli ottomani; la “sura” letta è stata quella di Fatih, cioè Maometto II detto, significativamente, “Il conquistatore”, a indicare che la Turchia di Erdo?an ripudia il passaggio alla Turchia laica e rivendica la sua identità islamica e, con essa, la volontà espansionistica che fu dell’Impero Ottomano, minacciando, così, apertamente l’Europa e l’Occidente intero;
un messaggio simbolico rafforzato da due ulteriori elementi, in occasione della cerimonia a riconsacrazione a moschea di “Santa Sofia”: il primo, la presenza, come ospite d’onore, di Erdo?an, a rivendicare quindi il concetto del Sultanato, che rappresenta l’unità tra Stato e Religione; il secondo, la scelta simbolica dell’Imam di celebrare il sermone con la spada in pugno, a rivendicare il concetto di islamizzazione attraverso la «spada» e la forza;
tutto ciò avviene in una fase di grande aggressività della Turchia in Siria, in particolare ai danni del popolo kurdo, a Cipro, anche ai danni degli accordi sottoscritti dall’Eni, in Grecia, con la violazione del mare territoriale ellenico, in Libia con la sua forte presenza militare;
Erdo?an non ha mai fatto mistero di puntare sulla chiave religiosa come strumento di espansionismo geo-politico, come quando invitò nel 2017 i musulmani a conquistare l’Europa attraverso la leva demografica, facendo da 3 a 5 figli ciascuno;
questo atto di riconversione di Santa Sofia a moschea può rappresentare il preludio ad una fase di ancora maggiore aggressività della Turchia nei confronti degli Stati confinanti e dell’intera Europa, con preoccupanti implicazioni di natura politica, militare e geopolitica,
impegna il Governo ad adottare ogni iniziativa di competenza, in sede nazionale ed europea, volta ad esprimere la ferma condanna del messaggio altamente provocatorio e ostile nei confronti dell’Europa rappresentato dalla conversione di “Santa Sofia” di Istanbul da museo aperto a tutte le culture e confessioni religiose a moschea.
[Fonte: www.senato.it]