Roma, 14 luglio 2010 – 11:50
Presidenza del Presidente Abbruzzese
Seduta n. 4 (Ordine del giorno: Mozione n. 5 del giorno 31.05.2010 dei consiglieri Buonasorte, Storace concernente: “Sperimentazione del trattamento di angioplastica dilatativa per la CCSVI”. Mozione n. 16 del giorno 10.06.2010 dei consiglieri Nieri, Zaratti concernente: “Modalità di utilizzo della pillola RU486”) (IX Legislatura)
Seduta n. 4 del 14 luglio 2010
Votazioni
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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la consigliera Rauti. Ne ha facoltà.
Per cortesia, attenetevi alle dichiarazioni di voto.
RAUTI (Pdl). Sì, Presidente, mi attengo a quanto richiesto anche se voglio, in premessa, aggiungermi a quanto ha detto il collega Di Stefano per richiamare tutti ad un comportamento corretto, perché il dibattito che abbiamo fatto oggi a mio avviso è stato fin qui un bel dibattito, un bel confronto. Tutti abbiamo invocato la liberazione e la distanza da impostazioni ideologiche, pur scivolandoci, magari, subito dopo. Quello che non possiamo accettare, nessuno da parte di nessuno e per nessuno, è che si usino espressioni inibitorie della facoltà mentale di nessuna persona presente. Questo come richiamo e credo che dobbiamo farlo al di là della persona cui l’espressione è stata rivolta e al di là della persona che l’ha pronunciata, come principio di fondo della democrazia partecipativa, del confronto e della rappresentanza. Questo lo dico non come parte in causa ma perché, ripeto, fin qui i componenti l’Assemblea, su un argomento che ha sempre diviso i gruppi, i movimenti, i partiti, le famiglie e le comunità, quindi un argomento evidentemente delicato, hanno invece tutti dimostrato, dal mio punto di vista, una grande volontà di confronto e una grande civiltà.
Ma non mi sottraggo a quello che è stato richiesto e la nostra dichiarazione di voto in relazione all’emendamento alla mozione n. 16 è un voto contrario e sappiamo benissimo, e il dibattito lo ha dimostrato, che oggi questa mozione non ci chiedeva di discutere né sulla 194, eppure lo abbiamo fatto, né sui consultori, eppure ci siamo confrontati a mio avviso giustamente e civilmente, però è anche vero che questa mozione ci impone di capire e scegliere da quale parte stare.
Allora, se la somministrazione di questa pillola è, come è, equivalente – e ci è stato detto anche dai banchi dell’opposizione – a una pratica abortiva e lo è nella misura in cui introduce chimicamente lo stesso effetto, a nostro avviso è altrettanto vero, proprio in relazione a questa equivalenza, che i tempi di pratica abortiva indotti da questa pillola non sono gli stessi tempi della pratica abortiva tradizionale, con effetti psicologi diversi, una testatura e una mappatura degli effetti di questa somministrazione di cui non abbiamo ancora contezza scientifica. Noi riteniamo che i tempi diversi di questa tecnica abortiva richiedano modalità diverse di pratica. Vogliamo vedere monitorato il corpo delle donne dall’inizio dell’assunzione della pillola fino all’espulsione, non potendo presumere quando questo momento effettivamente si verifichi, perché non è prevedibile, noi riteniamo che il corpo delle donne non si tocchi, e non è un copyright della sinistra la salute delle donne. Siamo contrari perché siamo dalla parte della salute delle donne e perché vogliamo che tutta questa fase preveda i tre giorni di ricovero obbligatorio non per violare i diritti delle donne, ma per garantirle dall’inizio dell’assunzione della pillola al momento effettivo dell’espulsione del feto.
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