I senatori di Fratelli d’Italia, Rauti, Iannone, Calandrini, De Bertoldi ed altri hanno presentato un disegno di legge per l’Istituzione della Giornata nazionale sulle dipendenze patologiche fissata per il 20 marzo.
Tra le dipendenze patologiche più diffuse – si legge nella relazione – vi sono le dipendenze da sostanze – come eroina, cocaina, marijuana, metanfetamine,steroidi, alcol e tabacco – e le dipendenze comportamentali come il disturbo da gioco d’azzardo, le dipendenze tecnologiche, lo shopping compulsivo e le dipendenze sessuali.
La Relazione del Ministro della salute al Parlamento sugli interventi realizzati nel 2018 in materia di alcol e di problemi alcol-correlati, presentata alle Camere il 29 aprile 2019 riporta che sono 8,6 milioni i consumatori a rischio, 2,5 milioni dei quali anziani e 1,5 milioni adolescenti, oltre a 68.000 persone alcoldipendenti prese in carico dai servizi di alcologia nel 2017. La bevanda alcolica maggiormente consumata è il vino (48, 1 per cento), seguito dalla birra (27,1 per cento), dai superalcolici (10,3 per cento) e dagli aperitivi, amari e digestivi (5,5 per cento). In particolare, la guida in stato di ebbrezza, o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, frequentemente si rileva essere causa di incidenti stradali, talvolta mortali. Gli studi dimostrano che, questi ultimi, sono la principale causa di morte tra i giovani di tutto il mondo, con il picco più elevato nella fascia anagrafica tra i 18 e i 24 anni.
Alle dipendenze descritte si aggiunge il disturbo da gioco d’azzardo definito, nell’ultima edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM V), come «comportamento problematico persistente o ricorrente legato al gioco d’azzardo che porta a disagio o compromissione clinicamente significativi».
Il giocatore patologico, infatti, mostra una crescente dipendenza nei confronti del gioco d’azzardo, aumentando la frequenza delle giocate, il tempo passato a giocare, la somma spesa nell’apparente tentativo di recuperare le perdite, investendo più delle proprie possibilità economiche, e–quindi–indebitandosi, trascurando, al contempo, gli impegni della sua vita quotidiana.
I fattori di rischio, sempre secondo il DSMV, sono imputabili al «gioco d’azzardo che inizia nell’infanzia o nella prima adolescenza» e, a tale riguardo, costituiscono un problema rilevante e in costante crescita le cosiddette «ticket redemption», cioè le slot machine per bambini e adolescenti con cui si vincono dei ticket, ciascuno dei quali ha un determinato valore economico, cumulabili tra loro e scambiabili con premi di valore economico cospicuo. Oggi, secondo le stime di alcuni esperti, il gioco d’azzardo patologico (GAP) potrebbe interessare dal 2 al 4 per cento della popolazione mondiale, diventando, di fatto, un grave problema di salute pubblica. In Italia, la spesa dei cittadini per il gioco d’azzardo lecito è pari a oltre 96 miliardi di euro annui, con un introito annuo, per l’erario, pari a oltre 11 miliardi di euro e con un depauperamento medio, per ciascun giocatore, pari a 385 euro annui. I dati della prima indagine epidemiologica in materia dell’Istituto superiore di sanità (ISS), pubblicata nel mese di ottobre 2018, tracciano un quadro agghiacciante sul gioco d’azzardo in Italia: sono 18 milioni gli italiani adulti che giocano e un milione e mezzo sono giocatori problematici; inoltre, anche i minorenni giocano d’azzardo, nonostante sia vietato dalla legge. Nella medesima indagine, – conclude la relazione dei senatori – infatti, si rileva che sono quasi 700.000 gli adolescenti tra i 14 e i 17 anni che giocano d’azzardo e questo, evidentemente, denota un problema di carattere educativo e culturale.
[Fonte: www.pressgiochi.it]