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PrismaNews – Rappresentanza femminile, ora si fa sul serio. Forum delle Elette

Tante le differenze ma tanta anche l’unità di intenti. Al di là delle differenze di partito, di lingua e di etnia, il fil-rouge che le ha legate in occasione del 1° Forum delle Elette nelle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, ospitato a Roma, ha reso le donne ancora più presenti al dibatto politico-culturale in atto.

Da parte loro una richiesta di democrazia rappresentativa, realizzata al fine di permettere a tutti i membri della società di partecipare alla vita politica, economica, sociale e culturale della società italiana. Con una visione programmatica che supera le stesse quote-rosa per collocarsi su un livello di rivendicazioni più alto e maturo.

‘L’evoluzione della rappresentanza di genere nelle Istituzioni’ ha così espresso il tema del Forum, presenti fra le altre anche Mercedes Bresso, presidente del Comitato delle regioni e Rosi Bindi, vice presidente della Camera dei Deputati. Non poteva che venirne fuori una due-giorni scoppiettante, fatta di analisi, sintesi, questioni da sempre aperte e mai risolte. Contributi da più voci, come quella di Rosa Thaler Zelger, membro del Consiglio Regionale del Trentino Alto-Adige, di Emily Rini, della Val d’Aosta, di Daniela Lastri di quello della Toscana.
Nonostante tutto, per le donne in politica c’è sempre ostracismo. Su 1.100 consiglieri regionali, le donne sono appena il 10,9% e ci sono Regioni – come la Calabria – dove lo Statuto menziona sì che vi debbano essere inserite nelle liste elettorali ma senza stabilire alcuna proporzione rispetto ai candidati uomini (“E infatti di donne elette in quella assemblea non vi è traccia!”, coma ha affermato Rini). Diverso invece in Campania, dove si prevede la ‘doppia preferenza’ per candidati di genere diverso.

Molto c’è da fare per dare il giusto spazio alle donne che, come ha detto Bindi, sono espressione “Di coesione sociale e fattore di crescita. E sarebbe anche ora che della selezione della classe dirigente se ne facessero meglio carico i partiti, compreso il mio Pd”. Donne che devono difendere la propria identità e ruolo anche in prospettiva, se davvero si taglieranno parlamentari, consiglieri, assessori, ecc.: il rischio di una loro presenza ancora più risicata è notevole.

Prismanews ha avvicinato l’on. Isabella Rauti (Pdl) per una ricognizione più approfondita di ciò che è stato messo sul tappeto.

Fondazione Bellisario, A.I.D.D.A., Comitato Femminile di Unindustria Lazio: è importante che esista una rete di riferimento per chi vuol darsi da fare. Perchè mai il Forum delle Elette non potrebbe far pensare ‘anche’ a un progetto/obiettivo ulteriore?
“Questa iniziativa nasce anche a seguito della sollecitazione ricevuta da ‘Noi Rete Donne’ e da Carla Sepe affinché fosse introdotto nelle legislazioni il principio della doppia preferenza di genere. In questo senso, il Consiglio regionale della Campania rappresenta un modello di riferimento, in quanto ha tradotto in norma il principio di democrazia paritaria, introducendo la doppia preferenza di genere nella propria legge elettorale regionale. Ai lavori del Forum hanno partecipato anche rappresentanze di organismi di parità e di pari opportunità, oltre le Consigliere regionali. Questo seminario segna l’avvio di un nostro impegno più strutturato e organico ed abbiamo delineato un itinerario da sviluppare; ed il documento elaborato al termine di questo appuntamento rappresenta importanti linee guida e di indirizzo per le assemblee legislative regionali”.

Ho accennato al mondo dell’impresa: ma donna è anche P.A., ricerca, cultura. Sbaglio se guardo al vostro seminario come a una specie di think-tank dal quale potrebbe uscire qualcosa di più di una sintesi finale? E poi: perchè non studiare più incontri all’anno?
“Quando ideammo il Forum, decidemmo di concentrarci sul nodo della rappresentanza di genere con una sessione monotematica, ma in avvenire affronteremo altre tematiche come, ad esempio, il rapporto donne-lavoro-impresa o donne nei luoghi della decisione economica. E concordo sul fatto che per essere presenti sulla scena non solo avremo bisogno di discutere di temi rilevanti, ma dovremo farlo anche con una serie articolata e incisiva di confronti. A tal proposito, penso già a un calendario di quattro appuntamenti nell’arco di un anno”.

Iniziative come questa restituiscono alla donna la sua dimensione di mediatrice in politica. Eppure mi chiedo se lei, on Rauti, dalla politica sia rimasta delusa. Mi riferisco all’oggi, all’ieri, all’altro ieri anche.
“Delusione?… Era il 1995 e io non condivisi lo scioglimento dell’Msi che diventava An…! Dopo 10 anni mi sono ricreduta, ma questa è un’altra storia, ormai. In generale devo confessare che la politica mi delude ogni qualvolta Scivola nei bizantinismi, rinunciando ad incidere sulla realtà, intesa come dimensione socioeconomica. Ho sempre inteso la politica come ricerca del bene comune, con i suoi bizantinismi se ne allontana, e tanto!MI piace la politica quando è concretezza, sussidiarietà, soluzione di problemi reali e risposta ai bisogni delle persone. In tema di politiche di genere poi , ricordo che fu una grande delusione la bocciatura in parlamento, nel 2005 , delle cosiddette quote-rosa, una tappa amara per tutte coloro che speravano fosse arrivato il momento per un riequilibrio della rappresentanza delle donne in politica. Ancora oggi, peraltro, certi Statuti di partito sono deludenti e andrebbero rivisti, da cima a fondo: anche questa sarà materia di cui dover discutere”.

A.P.

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