«L’approvazione definitiva della legge bipartisan Golfo-Mosca sulle quote di genere rappresenta una rivoluzione per le società italiane quotate e pubbliche. Un provvedimento che, finalmente, adegua il nostro Paese agli standard di altre nazioni europee.»
E’ quanto dichiara la consigliera regionale del Pdl e membro dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale del Lazio Isabella Rauti, in occasione dell’approvazione alla Camera del dispositivo che obbliga i Consigli di Amministrazione delle aziende quotate ad avere almeno un terzo di componenti donne.
«Il testo votato oggi alla Camera – continua Rauti – va a colmare un difetto di disparità rappresentativa delle donne nei luoghi della decisione economica, attuando una disposizione che, introducendo l’obbligo di quote di genere nella composizione dei Consigli d’Amministrazione e dei collegi sindacali, garantisce il principio di uguaglianza e favorisce la presenza femminile nelle posizioni di vertice. L’entrata in vigore della legge, tuttavia, non rappresenta un punto di arrivo ma di partenza in quella che è una battaglia per la parità di genere che va attuata in termini sostanziali, oltre che normativi, in tutte le sedi e da parte di tutte le istituzioni competenti. Una battaglia, purtroppo sempre attuale, contro un conservatorismo che in Italia esiste e persiste”.
«Da parte mia – conclude Rauti – desidero ribadire la volontà dell’Amministrazione regionale del Lazio di restituire centralità alle politiche di pari opportunità, alle politiche di genere e alla tutela anti discriminatoria.
Va in questa direzione il mio emendamento alla proposta di legge regionale 42 del 2010 per l’attuazione della Riforma Brunetta dal titolo ‘Pari opportunità, valorizzazione delle differenze di genere e valore sociale della maternità e della paternità’, che è stato approvato all’unanimità; l’emendamento, ora articolo 19 della legge regionale 1 del 16 marzo 2011, prevede la misurazione e la valutazione delle prestazioni e dei risultati salvaguardando le pari opportunità, la valorizzazione delle differenze di genere e la tutela del valore sociale della maternità e della paternità, e prescrive azioni correttive per favorire l’inserimento ed il mantenimento delle donne nelle posizioni lavorative prevenendo le discriminazioni di genere.»
Roma, 28 giugno 2011