Roma, 17 nov. – (Adnkronos) – E’ proseguito oggi il viaggio di Isabella Rauti, membro dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale del Lazio, in Afghanistan con la visita a Centro Ustionati dell’Ospedale regionale di Herat e all’Ospedale Pediatrico. In particolare la visita ha riguardato il reparto femminile che ospita le donne che hanno tentato il suicidio o inscenato proteste dandosi fuoco.
Il Centro è stato costruito con i fondi della Comunità europea e vi opera l’Ong francese Humaniterra International. Tra il 2009 ed il 2010, il Burn Center di Herat ha accolto 90 donne: donne che si sono date fuoco per sfuggire ai matrimoni forzati o alle violenze subite in famiglia o per protestare perché i figli sono stati affidati ai mariti.
L’autoimmolazione è un fenomeno allarmante, diffuso ed in crescita, più ad Herat e nella area occidentale del Afghanistan che nel resto del Paese. Durante la visita al centro ustionati, Isabella Rauti si è intrattenuta con una ragazza di 17 anni, madre di due figli di due e un anno, che si è data fuoco per le violenze subite dal marito tossicodipendente, e non trovando aiuto né dal resto della famiglia né dall’assemblea della Shura del suo villaggio, ha inscenato questo gesto di protesta. La giovane si salverà, come il 55% dei casi che arrivano al Burn Center, ma dovrà affrontare le conseguenze del suo gesto che generalmente sono il ripudio e la marginalizzazione sociale.
Successivamente il Consigliere Rauti ha visitato l’ospedale pediatrico Mofleh, a cinque chilometri da Herat, costruito dalla cooperazione italiana che li’ opera insieme alla Ong italiana Aispo: l’ospedale può ospitare fino a 120 bambini nelle sezioni patologie gastrointestinali, patologie respiratorie e malnutrizione.
L’Afghanistan è il secondo paese al mondo per tasso di mortalità infantile. Domani, nel quadro degli incontri istituzionali, la Consigliera sarà ricevuta dal Capo Dipartimento degli affari femminili per la provincia di Herat.
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