(OMNIROMA) Roma, 30 lug – “Nell’ambito di un percorso di conoscenza diretta della realtà carceraria già avviato, si è svolta questa mattina la visita delle consigliere regionali del Pdl Isabella Rauti e Chiara Colosimo presso l’Istituto per Minorenni di Casal del Marmo. L’istituto di Casal del Marmo ospita trentasette ragazzi e undici ragazze, di cui dieci italiani e trentasette stranieri ed ho dotato di laboratori di falegnameria e di sartoria e di spazi sportivi e teatrali”. Così in una nota le stesse consigliere regionali del Pdl Isabella Rauti e Chiara Colosimo.
“Si tratta di una struttura, come ha ricordato nella sua recente visita la Presidente della Regione Lazio Renata Polverini, che può essere definita ‘istituto di pena modello’ – prosegue la nota – il carcere non soffre del problema del sovraffollamento presente in molte strutture carcerarie mentre anche in questa struttura pesa la carenza di organico di personale, un problema al quale risponderà al più presto il Piano Carceri del Governo che prevede tra l’altro l’assunzione di agenti di Polizia Penitenziaria. Per l’età dei detenuti, l’aspetto del reinserimento sociale risulta in questa struttura particolarmente importante. Il carcere non può essere solo pena ma anche rieducazione ed inclusione sociale, ed in questa direzione va l’impegno dell’Ente Regione, teso a potenziare soprattutto le attività di formazione, che risultano fondamentali per il recupero della persona nel contesto sociale.
Per l’alto numero di detenuti stranieri, all’interno del carcere si riscontrano inoltre notevoli diversità di carattere culturale, religioso e sociale, che comportano un forte impegno rivolto all’integrazione dei detenuti. Potenziare la formazione ed il recupero dei minori detenuti a Casal del Marmo è un nuovo impegno che si aggiunge oggi a quello già assunto dall’Assessore agli Enti Locali e Sicurezza della Regione Lazio. Pino Cangemi, per la creazione di un Istituto di Custodia attenuta per madri detenute presso il carcere di Rebibbia.”La struttura di Casal del Marmo costituisce un modello di organizzazione, con la suddivisione dei detenuti non solo per sesso ma anche per fasce di età, un aspetto importante nell’età evolutiva all’interno del carcere sono reclusi infatti ventisei minorenni e ventuno maggiorenni”.
“E’ fondamentale che le strutture carcerarie moderne siano orientate alla tutela dei diritti soggettivi e della dignità della persona, con migliori condizioni di vita dei detenuti minori e del personale di custodia – conclude il comunicato – i minori ristretti nella struttura penale devono essere inclusi in programmi educativi e formativi e seguiti, dopo l’uscita dal carcere, negli aspetti trattamentali e di reinserimento anche attraverso la formazione in comunità terapeutiche e socio educative che la Regione può supportare”.
red
301452 lug 10