«I casi di Shafeya, giovane donna vittima di violenza e di Sarah Gul, sposa-bambina di 15 anni, reclusa dalla famiglia in un seminterrato e torturata per mesi perché non voleva prostituirsi, sono la metafora della condizione drammatica in cui vivono moltissime donne in Afghanistan ma anche in altre latitudini geografiche. Un paradigma di disuguaglianze, di negazione delle libertà fondamentali, di non accesso ai diritti umani ed alle libertà femminili che sono diritti umani».
E’ quanto dichiara la Consigliera regionale del Lazio, Isabella Rauti, che questa sera sarà ospite – alle 20.15 – della trasmissione radiofonica Zapping, condotta da Aldo Forbice, in onda su Radio Uno Rai, 93.4 in FM, sul tema dei diritti umani, negati e calpestati in molti paesi del mondo.
«Le donne vittime di violenze – spiega Rauti – devono subire anche l’emarginazione, il silenzio e l’indifferenza. Alcune reagiscono con atti estremi , sono le cosiddette “autoimmolate”, donne che si danno fuoco per uccidersi o per protestare ed attirare l’attenzione dei mariti e delle famiglie sulla loro condizione. Un fenomeno crescente, che nasce in Iran e arriva in Afghanistan e che ha un solo nome, la disperazione femminile e la voglia di cambiare».
«Auspico – prosegue Rauti – che Sarah non venga dimenticata e che la giustizia afghana punisca gli autori di questo crimine. Nei prossimi giorni chiederò alla ONG Hawca – che si occupa dell’assistenza di donne e bambini afghani vittime di violenza – di accogliere Sarah nel progetto “Vite preziose” , promosso da “l’Unità” e che , attraverso un aiuto economico a distanza, consente “la presa in carica” di donne in particolari condizioni di difficoltà; alcune di loro sono già ospiti delle “case protette” e dei “centri di aiuto legale” a Kabul».
La Consigliera Rauti – che sta programmando il suo secondo viaggio istituzionale in Afghanistan, andrà a Kabul in visita ai Centri antiviolenza, dopo essere stata, l’anno scorso, nella Provincia di Herat – nell’ambito del Progetto “Vite Preziose” ha adottato Shafeya, come racconta nella sua rubrica on line, “Sostiene Isabella” (www.romaitalialab.it) per sostenere con un atto simbolico e concreto tutte quelle donne costrette a nascondersi sotto un burqa.
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