ROMA (nostro servizio): Al Centro Alti Studi Difesa (CASD) di Roma si é svolto, ieri, il 1°Forum Nazionale della Formazione Interforze.
La giornata di studio è stata promossa dal sottosegretario di Stato al Ministero della Difesa Isabella Rauti, con delega alla Formazione del personale civile e militare della Difesa.
Ad inaugurare l’evento Il ministro della Difesa Guido Crosetto (qui il link al suo video messaggio https://www.difesa.it/primopiano/1-forum-nazionale-della-formazione-interforze/58659.html)
Presenti anche il titolare del Dicastero dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini e dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.
Quattro i panel dedicati alla formazione dove la parola chiave è stata l’inter- fortizzazione del capitale umano nelle Forze Armate.
E’ molto importante che questa visione faccia parte del bagaglio culturale e formativo già dai primi anni dei Corsi delle Accademie militari.
Luoghi dove si impara a essere il Comandanti del domani, l’appartenenza ad un Corpo, ma anche dove si impara ad essere flessibili per affrontare le nuove sfide e le complessità dell’attuale ecosistema dell’innovazione.
In un scenario tecnologico in continua evoluzione occorrono specifiche competenze per formare i nuovi leader del sistema Paese.
Infatti il Forum ha l’ambizione di guardare non solo alle ultime generazioni ma anche a quelle che verranno da qui ai prossimi 40 anni.
Senza lasciare indietro nessuno, con uno sguardo avveneristico, e allo stesso tempo attento, sui nuovi domini strategici della Difesa.
“Questa è una iniziativa che non ha precedenti – ha detto il sottosegretario di Stato alla Difesa, Isabella Rauti -. Essa mette insieme tutte le scuole, le accademie e le scuole di formazione. Il I Forum Nazionale della Formazione Interforze nasce con l’obiettivo di condividere le buone prassi ma anche arrivare a creare un modello e una dottrina che sia davvero interforze, nel rispetto delle singole specificità di ogni Forza Armata”.
“Il Forum vuole creare – ha affermato la senatrice Rauti- una piattaforma di confronto tra tutti i livelli della Formazione: base, avanzata e specialistica, con particolare riferimento alla gestione della complessità dei relativi saperi quali l’innovazione tecnologica, l’Intelligenza Artificiale, i Big Data e nelle discipline Stem (science, technology, engineering and mathematics) anche attraverso specifici case study”.
“L’obiettivo è quello di ampliare gli orizzonti della formazione – ha proseguito Rauti – creando competenze nuove, da innestare su una visione etica e valoriale imprescindibile dalla professione militare”
Durante il primo panel dedicato interamente alla “formazione come dominio strategico” sono intervenuti i vertici delle 4 Forze Armate che hanno posto le basi del dialogo sull’inter- fortizzazione, e messo sul tavolo le sfide da affrontare per una visione comune, integrata sia a livello operativo che formativo.
Ad emergere diversi punti di vista.
C’è chi pensa sia necessario prevedere dei moduli interforze già a partire dalle Accademie dove si svolge la formazione di base, come il Generale di Corpo d’Armata Salvatore Luongo, Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, che ha affermato nel suo intervento:“L’interforze esiste già, però per arrivare ad una vera integrazione dobbiamo partire dalla formazione base, e da lì iniziare a condividere una dottrina, metodi e procedure, altrimenti arriveremo sempre tardi”.
Mentre il Generale di Corpo d’Armata, Carmine Masiello, capo di Stato Maggiore dell’Esercito, crede che “gli scambi formativi interforze debbano essere integrati quando si raggiunge un’identità più forte all’interno delle Forze Armate, perchè durante il periodo dell’Accademia bisogna che i ragazzi caratterizzino la loro appartenenza alla Forza Armata di riferimento”.
Inoltre per Il Generale Masiello “è necessaria una rivoluzione culturale, promuovere un modello formativo in cui spingere i giovani a sbagliare per rialzarsi. Portarli a superare la cosiddetta sindrome della Caserma , e per farlo ha detto “è fondamentale il confronto con il mondo esterno, in questo modo possiamo fare sinergia e vincere le sfide”.
E ha poi concluso: “Credo nell’interforze, anche se la formazione su questo tema è difficile perché ogni Forza Armata opera meglio con quella gemella e di questo ne dobbiamo prendere atto. Siamo bravi nell’interforze operativo. Il problema però è la cultura interforze: ognuno deve essere disposto a perdere qualcosa per far si che insieme si guadagna. E’ questo è il salto che si deve fare”.
In questo quadro formativo di scambio è, altresì, richiesta la capacità di rendere più semplice la complessità.
Per questo l’Ammiraglio di Squadra Enrico Credentino, capo di Stato Maggiore della Marina pensa, come il suo omologo dell’Arma dei Carabinieri, sia utile individuare “le figure professionali di riferimento durante il percorso formativo di base”.
Confermando quanto detto dal Generale Masiello circa il confronto con il mondo esterno, Credendo ha proseguito. “La formazione deve essere attiva e si deve adattare non solo al variare delle tecnologia, ma anche al mondo esterno e della politica. Fondamentale è l’osmosi con il mondo civile, istituzioni, associazioni ed università. Importanti sono gli scambi con le accademie straniere, in Europa esiste già un Erasmus militare che ci permette di parlare la lingua della difesa comune”.
Successivamente è intervenuto il Generale di Squadra Aerea Luca Goretti, capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, che ha esposto il know how su come l’Arma Azzurra intenda affrontare le sfide di un mondo sempre più interconnesso nel quale occorre collaborare in sinergia con le altre anime dell’Esercito.
Sono 4 i pilastri secondo Goretti: Giocare d’anticipo, avere la capacità di adattarsi ai cambiamenti della tecnologia, non avere remore nel cambiare i programmi formativi e motivare le nuove generazioni.
Queste sono le strategie vincenti, altrimenti dice il Generale Goretti “abbiamo fallito come Forza Armata”.
La vera interforze, ha infine affermato è che “ognuno con la propria esperienza e le proprie professionalità apporta il proprio contributo per la causa comune che si chiama Difesa, mettendole insieme per vincere una battaglia comune”.
Il primo panel si è concluso con le parole del Generale Luongo che ha parlato di “formazione etica” nella quale i Carabinieri abbiano a mente i loro valori portanti e sappiano “coniugare il saper fare dal saper essere, cercando di mettere a sistema le migliori sinergie. Dobbiamo stimolare i giovani a compiere scelte coraggiose. Credo che la migliore formazione per domani è il fare di oggi ed è questo che cercherò di dare ai miei Carabinieri, attraverso una forma dottrinale multidisciplinare, combinata con le esigenze delle altre Forze Armate”.