ROMA. Sono 33 gli ufficiali delle Forze Armate che, insieme a due funzionari della Difesa, hanno superato oggi, presso la sede della Scuola Specialisti dell’Aeronautica Militare di Caserta, il 1° corso per formatori di Gender Advisor della Difesa, durato due settimane.
L’importante traguardo consentirà in futuro di formare un crescente numero di Gender Advisor e Gender Focal Point, figure create per fornire consulenza ai Comandanti sui temi legati alle pari opportunità, alla prospettiva di genere e all’adozione di tale prospettiva in termini di analisi, pianificazione ed esecuzione delle operazioni di pace e stabilità, oltre che in merito agli aspetti legati alle relazioni con tutti gli attori locali: organizzazioni governative e non governative, popolazione civile, istituzioni, forze di sicurezza, associazioni di volontariato e media.
Le figure che verranno formate in futuro andranno ad aggiungersi alle oltre 600 già esistenti, le quali, secondo una specificità tutta italiana, vengono impiegate non solo nelle missioni internazionali di stabilità sotto l’egida di ONU, NATO e Unione Europea, anche in Patria, per occuparsi di pari opportunità e questione di genere.
Nei programmi di formazione comprende anche la trattazione del diritto antidiscriminatorio e della prevenzione di molestie e violenze connesse alle diversità di genere, nonché l’analisi della Convenzione di Istanbul, il primo strumento giuridico internazionale che l’Italia ha sottoscritto e ratificato tra i primi Paesi coinvolti, giuridicamente vincolante, per proteggere le donne, prevenire la violenza domestica e perseguire i trasgressori, riaffermando quel principio, ormai inserito nel diritto internazionale, della violenza sulle donne come violazione di diritti umani fondamentali.
“L’Italia è il più attivo tra i Paesi NATO, nella formazione del personale civile e militare sui temi delle pari opportunità, del contrasto alla violenza sulle donne e sui principi del mainstreaming dell’empowerment femminile nei T\eatri operativi – ha detto nel suo indirizzo di saluto ai partecipanti, Isabella Rauti, sottosegretario di Stato alla Difesa con deleghe alla formazione e alle Pari opportunità – oltre a essere l’unico Paese dell’Alleanza a disporre di una Sezione Politiche di genere nell’ambito dello Stato Maggiore della Difesa, che cura tra l’altro la formazione specializzata del personale civile e militare del Dicastero”.
L’Italia è impegnata nell’applicazione del sistema che deriva dalla risoluzione ONU 1325 su “Donne, pace e sicurezza” e successive, che punta a contrastare le discriminazioni e la violenza contro le donne, proteggendole e rendendole protagoniste come costruttrici di pace nei contesti di ricostruzione post conflitto, e agenti di resilienza.
“È di ogni evidenza che, purtroppo, i conflitti odierni coinvolgono sempre di più i civili e le donne, e i processi di pace e di ricostruzione che seguono impongono la partecipazione femminile e l’adozione di un approccio mirato, che favorisca l’empowerment femminile, l’inclusione e la partecipazione delle donne – ha concluso il sottosegretario – e non si tratta soltanto di un obiettivo morale ma anche di uno strumento risolutivo dei conflitti e delle crisi. Nel necessario ed infinito processo di cambiamento culturale, la formazione e i formatori giocheranno un ruolo cruciale e saranno i protagonisti delle azioni della Difesa nella costruzione di una parità non solo normativa e descrittiva, ma sostanziale e sociale, formale ma anche reale e di fatto. Una parità che comprende e supera la tutela antidiscriminatoria e che garantisce l’accesso dei diritti acquisiti”.
[Fonte: www.reportdifesa.it]