Percorso:

Repubblica.it – Politiche 2018, Salvini capolista in Calabria. E Forza Italia schiera il figlio del sottosegretario Gentile

Nelle liste di centrodestra corsa congiunta per padre e figlio Tallini. Nel centrosinistra il caso paradosso di Giacomo Mancini (Pd) se perde alla Camera potrebbe ritrovarsi alla Regione in quota Forza Italia. E la Lega schiera anche l’avvocato che considerava i gay malati da curare

di ALESSIA CANDITO

Eredi dinastici di casati politici, esperti di cambi di casacca, capi spirituali di culti “cristiani non cattolici, leader che sembrano aver dimenticato un (recente) passato antimeridionalista. All’indomani della presentazione delle liste, la Calabria offre ai propri elettori una rosa trasversale di candidati quanto mai improbabili.

Scorrendo la scheda del Senato, i calabresi troveranno il nome di Matteo Salvini, nome e volto di quella Lega che non molti anni fa si scagliava contro i terroni e oggi candida il proprio leader come capolista al Senato in Calabria. Il Carroccio – in passato terremotato proprio da un’inchiesta partita dalla Dda di Reggio Calabria che ha permesso di scoprire fondi neri e ruberie che hanno azzerato il cerchio magico di Umberto Bossi – ha già da qualche tempo cambiato bersaglio, scegliendo i migranti come un nuovo obiettivo per i propri strali. Dal passato, però, la Lega ha mutuato la retorica contro la politica clientelare, che rischia di mettere in difficoltà Salvini. Proprio in Calabria, il “suo” centrodestra non ha mancato di candidare molti “figli d’arte”.

È il caso di Andrea Gentile, figlio di Tonino, attuale sottosegretario allo Sviluppo Economico, di recente passato da Ap, di cui era appena diventato coordinatore nazionale, a Forza Italia. E’ proprio sotto le bandiere del partito di Silvio Berlusconi che il figlio Andrea ha strappato una candidatura alla Camera, con una relativamente comoda collocazione nel collegio di Castrovillari. Al figlio del sottosegretario, Forza Italia sembra aver voluto riservare un posto blindato nonostante gli inciampi giudiziari e gli scandali di cui è stato in passato protagonista e che hanno finito per travolgere anche il padre, nel marzo del 2014 costretto persino alle dimissioni da sottosegretario a meno di 72 ore dalla nomina.

All’epoca, Gentile jr era indagato per una serie di consulenze d’oro ricevute dall’Asp, ma il giornale locale che stava per darne notizia non è andato in stampa a causa di un misterioso blocco delle rotative. Un guasto – denunciò l’allora direttore Luciano Regolo – avvenuto proprio dopo il fallimento delle pressioni esercitate dallo stampatore Umberto De Rose per far togliere il pezzo dalla pagina. “Vale la pena di farti un nemico che poi è ferito come un cinghiale a morte? Un cinghiale – diceva De Rose alludendo a Gentile –  quando è ferito colpisce per ammazzare”.

Gentile jr è stato prosciolto nel giro di poco tempo, ma quell’audio ha fatto il giro dei media e del web e il padre fu costretto alle dimissioni. Gentile senior ha dovuto aspettare il gennaio 2016 per tornare sottosegretario, con il primo rimpasto del governo Renzi. Ma anche allora ha rischiato di doversi dimettere a causa del figlio. A marzo dello stesso anno infatti, Gentile jr,  di professione avvocato e di certo non esperto in materia di sanità, è stato scelto dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, all’epoca collega di partito del padre, come proprio rappresentante nel Cda dell’Istituto nazionale tumori. Una nomina che ha fatto discutere, ma le cui conseguenze non sono andate oltre le polemiche.

Gentile jr però non è l’unico “figlio di” in corsa per un seggio. Anzi, in Forza Italia ci sono persino un padre e un figlio che corrono insieme. Si tratta dell’attuale segretario questore del Consiglio regionale, Domenico Tallini, candidato per il collegio uninominale di Catanzaro, e del figlio Giuseppe, primo dei supplenti.

Anche Fratelli d’Italia sembra voler puntare sulla tradizione di famiglia. Al Senato proporzionale, il partito di Giorgia Meloni propone Isabella Rauti, figlia dello storico segretario del Msi ed ex repubblichino, Pino Rauti.

Ma parlando di casati storici, il caso più clamoroso è nel centrosinistra. È lì che si è collocato (per adesso) Giacomo Mancini jr, nipote dell’omonimo ministro socialista della Sanità e dei Lavori pubblici e figlio dell’ex sindaco socialista di Cosenza, Pietro. Dopo una serie di cambi di casacca che lo hanno portato a cambiare 6 partiti e due schieramenti, il più giovane dei Mancini corre per la Camera nel collegio maggioritario di Cosenza. Ma per assurdo il 5 marzo potrebbe anche diventare consigliere regionale di Forza Italia. Candidato alle ultime regionali con il partito di Silvio Berlusconi, ha infatti mancato per un soffio il posto in Consiglio, risultando il primo dei non eletti. Ora però per lui potrebbe liberarsi un posto. Quello occupato all’assemblea regionale da Fausto Orsomarso, eletto con Forza Italia e oggi capolista nel plurinominale Nord per Fratelli d’Italia. Si tratta di un collegio quasi blindato e se Orsomarso sarà eletto e volerà a Roma lascerà lo scranno in consiglio regionale a Mancini jr.

Per Fratelli d’Italia alla Camera potrebbe entrare anche Massimo Ripepi, consigliere comunale di Reggio Calabria e capo spirituale della Chiesa Cristiana “Gesù Cristo è il Signore”, comunità religiosa che aggrega centinaia di adepti. Venerato come un vate dai suoi fedeli, per la sua attività pastorale, Ripepi qualche mese fa è finito nei guai. La Questura gli ha infatti notificato un ammonimento orale per aver preso di mira un’ex fedele e la sua famiglia, divenuta per lungo tempo bersaglio di strali nelle omelie di Ripepi. Una vera e propria persecuzione, secondo la Questura, che avrebbe provocato alla donna “un forte disagio psico-fisico ed un forte timore per la propria incolumità”.

Altro cattolico ultraosservante in corsa alle politiche è l’avvocato Giancarlo Cerrelli, vicepresidente dell’Unione giuristi cattolici italiani, scelto dalla Lega come candidato alla Camera. Cerrelli è divenuto noto dentro e fuori dalla Calabria dopo aver dichiarato in diretta televisiva che “l’omosessualità è una malattia e, come si sa, vi sono anche delle terapie riparative”.

[Fonte: www.repubblica.it]

Questa voce è stata pubblicata in Politiche 2018, Rassegna stampa.