La destra tenta di cambiare finalità e compiti inserendo anche il “diritto a non emigrare”. La Lega è d’accordo ma alla fine si astiene e il “blitz” fallisce
di Giovanna Casadio
ROMA – Alla fine la maggioranza grilloleghista non se l’è sentita di stravolgere la commissione per i diritti umani come avrebbe voluto il partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia. Ma in Senato è scontro sui diritti umani come non si era mai visto.
L’aula di Palazzo Madama è sonnolenta all’inizio, perché sulla commissione proposta dalla storica leader radicale Emma Bonino – secondo la tradizione e la mission che la commissione ha avuto anche nella passata legislatura quando era diretta da Luigi Manconi – tutte le forze politiche sono d’accordo. Infatti, con 262 voti e l’astensione di Fratelli d’Italia, la commissione per i diritti umani viene istituita.
Però Isabella Rauti illustra l’ordine del giorno che dovrebbe cambiarne il volto e le finalità, consentendo che si occupi “dei diritti dei nascituri, della tutela della vita dal concepimento alla morte naturale”. Inoltre è scritto nel documento della destra: “Si ritiene assolutamente indispensabile riconoscere il diritto a non emigrare… al pari il diritto di ogni nazione a riconoscere la propria sicurezza e la propria stabilità sociale anche attraverso la regolamentazione dell’immigrazione”.
Il documento
Rincara la Rauti che nella commissione finora “manca qualunque riferimento ai diritti del nascituro. E manca qualsiasi riferimento alla maternità surrogata, una pratica da vietare come criminale mercificazione, come reato. E manca il diritto alla libertà religiosa e di culto perché manca completamente nelle attività svolte il riconoscimento delle persecuzioni dei cristiani nel mondo, contro i sacerdoti, contro i fedeli e contro le chiese”.
La Lega è d’accordo. Pasquale Pepe, leghista di Potenza, esordisce: “Condividiamo la difesa di chi è più debole e indifeso…” e parla della tutela della vita dal concepimento, introduce l’importanza del legame tra un maschio e una femmina. Dagli scranni della sinistra partono le contestazioni, cresce l’irritazione. Loredana De Petris ricorda che non si piegano i diritti umani universali a politiche di parte.
“Siete arretrati”, tuona Adolfo Urso di Fratelli d’Italia e accusa “la distorsione fatta dalla sinistra sui diritti umani”. La destra difende il copyright del documento. Chiede “nuove frontiere” per la commissione dei diritti umani, ritiene un errore l’introduzione del reato di tortura nella passata legislatura.
I senatori di FdI sono convinti di avere l’ok della Lega, anche a costo della rottura con i 5Stelle. Ricevono l’apprezzamento della cattolica Paola Binetti. Invece l’ordine del giorno incassa un ampio “ni”: gli astenuti sulle nuove frontiere della commissione per i diritti umani sono 198. Non lo bocciano ma neppure lo fanno proprio. Ad esprimere la contrarietà solo la sinistra del Pd e di Leu: 61 i contrari. Il nuovo corso non passa.
La dem ex ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli denuncia: “Noi possiamo scegliere se questo sarà il secolo della paura o della speranza, della chiusura o della solidarietà, dell’umanità o degli egoismi”. I toni salgono, sembra scatenarsi il caos. Bonino interviene per dare l’altolà e perché non si confondano le politiche per le quali c’è appunto il governo con la tutela e la promozione dei diritti.
[Fonte: www.repubblica.it]