Si è svolto ieri, presso Palazzo Ferrajoli a Roma, un incontro dedicato alla memoria di un grande politico, un grande intellettuale ma soprattutto un grande uomo, Pino Rauti. Diverse le autorità presenti, da Gianni Alemanno a Francesco Storace. Ma, presenti, erano soprattutto le due persone più importanti della sua vita, le due figlie, Alessandra e Isabella, che lo hanno ricordato con alcune lettere scritte durante gli anni di prigionia nel campo di concentramento di Algeri nel 1945.
Pino Rauti, come raccontano le figlie, era un uomo curioso, un uomo che amava tanto leggere. Anche negli gli ultimi mesi della sua vita leggeva i suoi tradizionali quattro, cinque quotidiani, a dimostrazione di quanto amasse la lettura e l’informazione. Rauti, nonostante non avesse mai avuto quella libertà che consentiva di essere considerati tali, non si è mai lamentato. A diciannove anni, quando era in un campo di prigionia, indirizzò una lettera ai genitori chiedendo loro di poterlo iscrivere all’Università, Quello era il suo più grande desiderio. Non piangeva, non si lamentava.
L’incontro inizia con un filmato dedicato alla carriera di Pino Rauti, al suo percorso nel MSI, alle sue idee,ai progetti che voleva vedere realizzati. Obiettivi che erano destinati esclusivamente al benessere dei cittadini, del popolo. Perché Rauti credeva nel popolo e voleva veder realizzato questo suo sogno in un Paese bello come l’Italia.
Durante il convegno prende la parola il Prof. Parlato evidenziando come il Dott. Rauti, riuscendo a dar innovazione alla politica, ha posto un problema alla sinistra di quel tempo. Pino Rauti ha avuto il merito di dare un metodo alla politica: avere una visione del mondo, applicarla alla politica e consegnarla alla classe dirigente.
Per questo e molto altro è stato creato un Archivio nel quale viene conservato tutto ciò che apparteneva a Pino Rauti. Lasciare, così, il ricordo di una persona che ha cambiato la Storia della Politica italiana. Un uomo che come afferma Isabella è un Rivoluzionario Nazional Popolare perché è un uomo che ritorna alle radici e da queste crea una rivoluzione per riprendersi il popolo, avendo a cuore gli interessi degli Italiani. Affrontava temi che lo facevano essere inattuale. Preveniva questioni che divennero delle emergenze. Ed è questo che lo fa essere un Rivoluzionario Nazional Popolare, un politico, un intellettuale ma prima di tutto un Uomo.
[Fonte: www.romadailynews.it]