Percorso:

Sanità, Rauti – Santori: arte del colore, terapia per vivere meglio

Le terapie del colore devono essere riconosciute per legge come principio base delle politiche sociali nei centri di riabilitazione e nelle carceri.
“Lo studio e l’impiego del colore costituiscono una terapia artistica e riabilitativa in grado di migliorare la qualità della vita del paziente e di favorirne il recupero, il reinserimento sociale e le capacità relazionali”. A dichiararlo sono Fabrizio Santori, consigliere di Roma Capitale e membro della Commissione politiche sociali, ed Isabella Rauti, consigliera regionale e membro dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale del Lazio, che hanno presentato oggi il progetto ‘Colorando – regaliamo il colore a chi ha bisogno di un sorriso’, un percorso artistico terapeutico che lascia spazio all’estro e alla creatività artistica degli stessi pazienti, realizzato presso la residenza terapeutico-riabilitativa per giovani con disturbi psico-sociali Villa Letizia di Roma. Il progetto, ideato da Olimpia Ponno e Sandra Marziali, è stato patrocinato dal Consiglio regionale del Lazio.
“‘Colorando’ costituisce un progetto-pilota da moltiplicare nelle residenze riabilitative, nelle comunità terapeutiche e negli istituti carcerari – sottolinea Rauti – Per questo presenterò un emendamento alla proposta di legge n.266 del 2011, “Sistema integrato dei servizi e delle prestazioni sociali per la persona e la famiglia”, promossa dall’Assessore alle Politiche sociali e Famiglia della Regione Lazio Aldo Forte, in discussione nella Commissione Lavoro, Pari opportunità e Politiche Sociali della Regione Lazio. L’emendamento prevederà che le terapie del colore vengano riconosciute come un principio base delle politiche sociali – conclude Rauti – e che l’utilizzo del colore come terapia artistica e riabilitativa possa essere applicato a livello regionale”.
“Allegria, armonia, colore e movimento entreranno finalmente in ambienti dove il benessere è a rischio, favorendo l’appropriazione dello spazio vitale e dell’identità dei singoli. Questo è il primo passo di un percorso che l’amministrazione si impegna a percorrere insieme alle associazioni della società civile, allo scopo di ampliare le possibilità riabilitative dei pazienti anche attraverso percorsi terapeutici alternativi in grado di rendere il momento stesso del ricovero e della cura meno gravosi e tristi per il malato”, aggiunge Santori.

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