La Farnesina deve fare chiarezza sulla mancata commemorazione della Giornata del Ricordo da parte del Circolo degli Esteri. La vicenda è stata portata in Senato dal gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia. E Moavero dovrà rispondere all’interrogazione che reca la prima firma di Isabella Rauti.
Persistono sacche di giustificazionismo
Ogni anno vengano organizzate numerose iniziative istituzionali a cui partecipano i più alti esponenti del Governo e dello Stato italiano tra cui il Presidente della Repubblica. Ma “purtroppo – sottolinea la Rauti – continuano a esistere sacche di giustificazionismo e riduzionismo volte a infangare il ricordo delle tragedie occorse nell’Adriatico orientale”. Fdi porta all’attenzione del titolare della Farnesina che il 6 marzo scorso il quotidiano “La Verità” ha pubblicato una lettera dell’ambasciatore Gianfranco Giorgolo. Questi da anni si spende in tutte le sedi perché il 10 febbraio sia onorato con il rilievo istituzionale che merita. Nell’occasione ha “denunciato” l’indisponibilità del Circolo degli Esteri della Farnesina alla sua richiesta di organizzare una conferenza in occasione del Giorno del Ricordo in memoria delle foibe e in onore degli esuli, per “motivi di sensibilità».
“Il ministro Moavero non può tacere”
Sostengono i senatori della destra italiana: se è vero che il Circolo è un’associazione privata e indipendente dalla Farnesina, è anche vero quel che prescrive l’articolo 2 dello statuto. Esso recita che “le finalità del Circolo sono di concorrere alle attività istituzionali e di rappresentanza del Ministero degli Esteri”: A questo si aggiunga che il suo presidente è il Direttore Generale degli Italiani all’Estero presso il Ministero degli Affari Esteri, la direzione che dovrebbe curare anche le questioni degli esuli.
Quindi è necessario che il ministro Moavero si esprima “sulle motivazioni addotte a giustificazione del rifiuto da parte del Circolo di celebrare con una conferenza il Giorno del Ricordo”. E farebbe bene anche a pronunciarsi se non ritenga che “tale diniego sia stato lesivo di una memoria condivisa e faticosamente raggiunta nella storia nazionale italiana”.
[Fonte: www.secoloditalia.it]