Come sempre la politica ha la capacità di sorprendere e di cambiare gli equilibri in tempi molto brevi. L’elezione del presidente della Repubblica è apparsa ai principali commentatori politici come un gran successo di Matteo Renzi e una disfatta del centrodestra. E’ certamente vero che il centrodestra è uscito con le ossa rotte dal metodo che Renzi ha usato per scegliere ed eleggere Sergio Mattarella al Quirinale, ma è altrettanto vero che dopo poche ore sono giunti i primi segnali di riposizionamento che lasciano presumere nuovi e più armoniosi atteggiamenti dei partiti che compongono la coalizione alternativa alla sinistra.
Al voto per il Quirinale Forza Italia voleva l’accordo e non l’ha trovato, Lega e Fratelli d’Italia non volevano alcun accordo, mentre il Nuovo Centrodestra ha prima cercato un’intesa, poi ha detto che non avrebbe votato Mattarella per piegarsi infine ai diktat di Renzi. Come sempre accade, però, quando si tocca il punto più basso nella scomposizione si prende coscienza della situazione ed emergono segnali interessanti utili a ricomporre il centrodestra e a farlo tornare vincente. Anche perché i sondaggi parlano chiaro e dicono che se il centrodestra fosse unito potrebbe contendere il successo a Renzi, che è avanti di appena tre punti percentuali. Vediamo quali sono queste quattro novità:
1) Berlusconi si ricolloca all’opposizione di Renzi
Dopo la delusione avuta da Renzi il Cavaliere si sente un amante tradito ed ha annunciato che adesso Forza Italia farà opposizione a 360°. Questo aiuterà certamente la riconciliazione con l’opposizione interna guidata da Raffaele Fitto e favorirà un nuovo feeeling con Lega e Fratelli d’Italia. Se si aggiunge che il dialogo con Angelino Alfano è ripartito ed è migliore del previsto ci sono elementi interessanti per una ricomposizione nei tempi giusti.
2) Salvini prende atto che dovrà fare accordi col centrodestra
Parlando alla trasmissione Agorà di Rai Tre Matteo Salvini ha dovuto ammettere di essere cosciente che qualsiasi risultato elettorale comporterà la necessità di un’alleanza e le sue frequenti cene ad Arcore con Berlusconi lasciano pensare che la sua corsa solitaria è tatticamente protesa alla massimizzazione del consenso, per poi sedersi al tavolo di coalizione per cercare di vincere assieme agli alleati. Senza alleanze Salvini farebbe la fine della famiglia Le Pen, che in Francia da quasi trenta anni prende voti e non governa nulla.
3) La destra comincia a ragionare di riunificazione
Anche a destra cominciano a farsi notare piccoli segnali utili a ricostruire e armonizzare. Dopo la dolorosa diaspora del mondo politico di Alleanza Nzionale da più parti si sostiene che sarebbe utile riunire la destra e renderla forte nell’ambito di un rinnovato centrodestra. Ha cominciato Maurizio Gasparri sul Secolo d’Italia sostenendo che la lezione di Pinuccio Tatarella dovrebbe essere la strada da seguire, puntando ad una destra protagonista in un centrodestra unito e coeso, capace di battere la sinistra, ed ha proseguito l’associazione Prima l’Italia affidando a Isabella Rauti, moglie di Gianni Alemanno, la guida di una manifestazione che si è tenuta a Roma e che ha puntato ad aggregare tutti coloro che non si rassegnano alla scomparsa della destra politica italiana. Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, ha inviato un messaggio alla Rauti auspicando la riunificazione della destra e sottolineando che se questo sarà possibile è anche grazie al ruolo di Fratelli d’Italia, unica destra al momento presente in Parlamento.
4) Il Nuovo centrodestra è ormai costretto a fare una scelta
Il ruvido trattamento che Renzi ha riservato ad Alfano in occasione dell’elezione di Mattarella dovrebbe infine spingere il Nuovo centrodestra a ritrovare dignità politica e a ritornare nell’elveo politico naturale del centrodestra. I problemi interni del partito nato da una scissione con Forza Italia sono ormai tanti e seri e continuare a fare da stampella e Renzi rischia di diventare suicida. Le comunicazioni tra Berlusconi ed Afano sono riprese e questa è una buona novità Sarebbe bene che proseguissero e che già in occasione delle prossime elezioni regionali arrivi un atto di chiarezza. Se anche il Nuovo centrodetra rompesse con Renzi la partita si riaprirebbe, prima in Parlamento e poi elettoralmente.
[Fonte: www.secoloditalia.it]