Considerando che la guerra è terminata da 74 anni, un combattente partigiano trentenne di allora avrebbe oggi 114 anni. Un ventenne del ’45 ormai sarebbe un 94enne. Quanti sono rimasti in vita? Un numero davvero sparuto. Ed è notizia di queste ore: il governo gialloverde ha stanziato oltre un milione di euro per le associazioni partigiane. Una cifra abnorme. Eppure l’Anpi vanta 130mila iscritti. Di questi, solo novemila sarebbero davvero ex resistenti. Nessuno degli altri 120mila, ovviamente, ha fatto la guerra. Gran parte di questi non ha neanche prestato servizio militare.
Entro il 2020 l’Anpi non avrà più partigiani
Secondo i dati dell’Anpi, coloro che avrebbero ufficialmente partecipato alla “guerra di liberazione” erano 8000 nel 2014, circa 6700 nel 2015 e 5000 nel 2016. Riducendosi di circa 1500 ogni anno, entro il 2020 non ce ne sarà più nessuno.
Chi, invece, la guerra l’ha fatta davvero viene considerato meno dall’attuale governo. Pensiamo ai militari che negli anni ’80 hanno prestato servizio in Libano o quelli che, negli anni ’90, sono stati in missione in Afghanistan, in Iraq o nelle missioni Nato, ricevono meno risorse rispetto ai “compagni” dell’Anpi.
Isabella Rauti: “Dal governo una presa in giro degli ex militari”
Una disparità di trattamento denunciata da Fratelli d’Italia. «Ancora una volta dal governo gialloverde arriva una pioggia di fondi alle associazioni combattentistiche e partigiane, mentre a quelle d’Arma, di categoria e di specialità soltanto le briciole. Infatti, nonostante gli impegni presi nel luglio scorso, finalizzati a introdurre un principio di perequazione negli stanziamenti per evitare gli squilibri esistenti sempre a favore delle associazioni distanti dalla specialità militare, non è cambiato niente. A denunciarlo Isabella Rauti, senatrice di Fratelli d’Italia e Capogruppo in Commissione difesa.
«Infatti – dice la Rauti – l’importo dei contributi per l’esercizio finanziario 2019 continua a penalizzare quegli organismi di Arma e di categoria cui è stato attribuito un ridicolo aumento di soli 10mila euro, rispetto allo stanziamento del 2018. Quindi, mentre le associazioni combattentistiche e partigiane ricevono un importo di un milione di euro, quelle d’Arma, di categoria e di specialità soltanto 702mila 918 euro (a fronte 693mila 610 euro stanziati nel 2018)».
«Dopo il mio intervento in Commissione – continua la senatrice di FDI – ho votato contro l’atto del governo che rappresenta una “presa in giro!” Non siamo contrari al finanziamento di questi organismi, peraltro soggetti per legge alla vigilanza del ministero della Difesa, ma stigmatizziamo e condanniamo che si continua a perpetuare un criterio ingiusto di distribuzione».
«E questo in considerazione soprattutto di associazioni, come l’Anpi, che piuttosto che svolgere il loro ruolo di memoria storica si impegnano in attività politiche, quando non addirittura contestano l’impegno delle nostre Forze Armate nelle missioni internazionali, come accaduto ad esempio, a Viterbo il 25 aprile scorso in occasione delle celebrazioni per la giornata della Liberazione».
[Fonte: www.secoloditalia.it]