di Desiree Ragazzi
Da “Un nuovo inizio” a “Una destra per la terza Repubblica“. Isabella Rauti, portavoce di Prima l’Italia e componente dell’esecutivo di Fratelli d’Italia crede fermamente che la destra politica italiana possa essere rilanciata e le sue diverse anime possano trovare una sintesi. L’occasione per affrontare il tema e fare il punto sul percorso già fatto è fornita dal convegno di sabato (che si terrà al Residence di Ripetta a Roma) che ha appunto come titolo Una destra per la terza Repubblica. «Lo scorso 8 febbraio – spiega Isabella Rauti – al cinema Adriano a Roma è stata organizzata l’iniziativa “Un nuovo inizio” per la riaggregazione della destra in Italia. Durante quella riuscita manifestazione lanciammo anche il Forumdestra.it, ovvero una piattaforma online per il confronto delle idee. In questo mese e mezzo siamo riusciti a costituire anche attraverso lo strumento del Forum un dialogo vasto e allargato: il convegno di sabato viene promosso da dieci sigle tra associazioni e testate giornalistiche. Questo significa che il percorso intrapreso risponde a un bisogno diffuso».
Quindi qual è l’obiettivo del convegno?
Sabato analizzeremo il percorso storico della destra italiana, dalla prima alla seconda Repubblica al fine di immaginare un percorso futuro che sappia riportare la destra al governo e che restituisca alle varie anime della destra una casa comune. Oggi, nello scenario politico e in Parlamento, oltre alla Lega esiste un solo partito che si richiama esplicitamente alla tradizione della destra ed è Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, formazione alla quale appartengo. Ma esiste un arcipelago di associazioni, movimenti e persone sparse sul territorio che vorrebbero “il ritorno ad Itaca“. Fratelli d’Italia dal momento della sua nascita ha intercettato un consenso di destra ed è necessario rafforzare il percorso di allargamento e aggregazione della destra per intercettare quel consenso che c’è e non è ancora emerso.
Qual è il ruolo di Isabella Rauti in questo percorso?
Auspico che il confronto sia il più aperto possibile. Io lavoro perché ci sia da parte di tutti uno spirito costruttivo e positivo e che si superino risentimenti e pregiudizi. E che insieme si possa disegnare un manifesto dei valori fondativi e identitari della destra italiana. Il convegno è anche un’occasione per analizzare gli errori commessi dalla destra di governo. Ovvero di aver diluito la propria identità, di essersi uniformata a un linguaggio politically correct e di aver fatto prevalere il contenitore sui contenuti e il berlusconismo sulle identità. La destra guidata da Berlusconi ha il merito di aver riunito le varie anime alternative alla sinistra e di aver conquistato il governo del Paese, ma ad un certo punto di questo percorso c’è stata una sorta “di corto circuito” e abbiamo disimparato a parlare agli italiani.
C’è attenzione per le destre europee?
Certamente. Il convegno punta anche attraverso l’analisi del fenomeno delle destre europee, in particolare quelle francesi, a fissare obiettivi programmatici e possibili alleanze per costruire un fronte alternativo al governo della sinistra e al fenomeno del renzismo.
Come si immagina la destra del futuro?
Deve fare sintesi e radicarsi nella sua tradizione politica nazionale e popolare, basarsi su caratteri distintivi e unificanti della destra: come l’identità nazionale, la sovranità nazionale, il valore dello Stato, la solidarietà comunitaria, l’economia sociale di mercato e i valori non negoziabili della persona.
Possono essere recuperati i valori fondanti dell’identità della destra?
Sicuramente perché penso che in Italia ci sia un grande bisogno di destra politica, di valori e temi tradizionalmente di destra. E che ci sia uno spazio potenziale molto vasto di consensi da intercettare per rappresentare un blocco sociale che oggi stenta a trovare un’appartenenza. Esiste una “destra sommersa” che dobbiamo fare “emergere”.
[Fonte: www.secoloditalia.it]