La destra italiana alza la testa e dice basta a una posizione politica “da retroguardia”. Riunisce le varie anime sparse in associazioni e formazioni e lancia un programma di unità per ritrovare la sua identità storica. Punti di partenza l’esperienza di Fratelli d’Italia, ma con il tentativo di smarcarsi dalla figura ingombrante di Salvini che con “il suo populismo – lamentano da più parti – colma un vuoto che abbiamo lasciato”. Un tentativo insomma di ricomporre la diaspora post An che ha portato all’attuale frammentazione. Queste le linee emerse dal convegno “Una destra per la terza Repubblica” che ha riunite dieci sigle della galassia di destra. Un percorso nato lo scorso 8 febbraio con l’incontro dal titolo “Un nuovo inizio”. Sabato 28 marzo di nuovo insieme, chiamati a raccolta per riscrivere la storia del partito e aprire un cantiere di lavoro in grado di rilanciare un’azione comune senza divisioni.
Alemanno: «Salvini non può armonizzare tutte le aree della destra»
Gianni Alemanno sottoliena la specificità della destra e la sua differenza dal modello rapprsentato dal leader della Lega. “Meloni non sta con Salvini. Più è forte la destra e meno saremo sottoposti all’egemonia del leader leghista. Salvini è un alleato potenziale ma non può armonizzare tutte le aree della destra”. “Non so se si chiamerà Alleanza nazionale – aggiunge Alemanno – però ci vuole un partito che raccolga tutta la destra italiana a partire da Fratelli d’Italia. Oggi siamo già troppo dispersi”.
Storace: «Ricostruire un percorso comune»
“Un percorso comune che non prescinda da Fratelli d’Italia, perché il Paese ha bisogno di una nuova destra”: è questo l’appello di Francesco Storace. A chi gli fa notare se l’intenzione non abbia un sapore nostalgico l’ex presidente della Regione Lazio risponde: “La nostalgia non è un insulto”. “Alle elezioni regionali sosteniamo Fratelli d’Italia – spiega Storace – poi a giugno si fa una verifica e si decide”. Per quanto riguarda il rapporto tra Salvini e FdI Storace è tranquillo: “Fratelli d’Italia ha una sua autonomia – sostiene – non è vero che sta con Salvini”.
Isabella Rauti: «Unità nazionale questione dirimente»
“L’appello a ricostruire una nuova destra per alcuni è un ritorno a Itaca per altri rappresenta la volontà di costruire una casa comune, un cantiere di idee. Dobbiamo strappare la destra sommersa dal fluire carsico in cui è scivolata”. È l’auspicio di Isabella Rauti, che si è detta convinta che la destra politica italiana possa essere rilanciata e le sue diverse anime possano trovare una sintesi. Riguardo Salvini è stata chiara: “Non ha una storia di destra noi sì” e ha citato l’unità nazionale come “questione dirimente”.
Menia: «Ridare dignità alla storia della destra»
«Sono figlio di esuli ma non voglio fare l’esule a vita»: scherza Roberto Menia nell’esordio del suo intervento. «Oggi, 28 marzo, ricorre la storica vittoria della destra nelle elezioni del 1994. Ma le condizioni sono molto dverse da quelle di allora e occorre confrontarci con il presente e con il futuro». Oggi – sottolinea – bisogna ridare «dignità politica alla storia della destra italiana ed è chiaro che una simile operazione non può essere delegata a Salvni». Fratelli d’Italia – dice Menia – è l’«unica forza che si rifà a quella storia, ma si è dimostrata poco inclusiva». Riguardo alla figura di Gianfranco Fini, Menia sottoliena che non «devono esserci preclusioni e che occorre ricordare che ha portato la destra al governo»
Moffa: «Manca un progetto unitario per la destra»
“Per rigenerare la Destra occorre fare molta autocritica”. È il parere di Silvano Moffa, presidente di Azione popolare espresso nel suo intervento al convegno. Secondo Moffa attualmente esiste solo “un sentimento diffuso di destra” ma manca completamente “un progetto unitario”. Inoltre il presidente di Azione popolare affronta il tema Salvini. “La destra – afferma – non può nascere dall’antitesi rispetto a Salvini, le idee arrivano da quel versante solo perché c’è un vuoto”.
Landolfi: «Per i temi etici serve una cultura di destra»
“Penso che l’Italia abbia bisogno di una destra”. Lo dice Mario Landolfi responsabile di Pronti per il Sud durante il suo intervento al convegno. Secondo Landolfi sono i temi etici e morali ad aver bisogno di una cultura di destra. “Serve una destra – afferma – che si contrapponga sul piano culturale”.
Urso: «Un progetto oltre gli slogan»
“Salvini ha solo slogan di destra ma non un progetto di destra anzi non ha un progetto se non quello di raccogliere voti. Renzi è simile a Salvini carpisce soluzioni di destra come il jobs act, ma non ha un progetto di governo di destra”. Così Adolfo Urso, presidente della Fondazione Fare Futuro. “Per questo nuovo progetto – afferma Urso – Meloni rappresenta un punto da cui partire non sufficiente ma necessario”.
[Fonte: www.secoloditalia.it]