Sette anni fa ci lasciava Pino Rauti, indimenticabile figura storica della destra italiana e leader missino. Ne parliamo con la figlia, Isabella Rauti. Che effetto ti fa portare il suo nome in Parlamento, nell’aula del Senato?
“Faccio politica da quando avevo 14 anni ma entro in Parlamento a 56 e mi sento una militante permanente, fiera ed orgogliosa in ogni circostanza di essere figlia di mio padre. L’ingresso in Senato e l’aver riportato il cognome Rauti in un’Aula e in tutta l’attività parlamentare, mi ha dato la sensazione di una rivincita delle idee, del riaffermarsi e confermarsi di una storia familiare che è sempre stata vita politica vissuta ad alta potenza ideale.
Come una tradizione che si rinnova, ”le radici profonde che non gelano”, un’eredità morale che non si disperde. E, anche, la soddisfazione di pensare che mio padre fosse contento non per me ma “di me” e quella, che coloro che l’hanno avversato e combattuto e che magari ancora oggi lo demonizzano e temono la sua memoria, devono fare i conti con me, con la mia presenza e con la mia costante ostinazione politica”.
Oggi Rauti, precursore dell’ambientalismo a destra, starebbe con Greta o no?
“Già nel XII Congresso del MSI (Napoli, 1979),con la mozione “Spazio Nuovo”, mio padre poneva al Partito la questione ambientale ed ecologica. Fu criticato e tacciato di essere un “Boy scout” in calzoncini corti. Allora “I Verdi” non avevano ancora conosciuto i futuri successi politici ed il tema era assolutamente d’avanguardia e la sua posizione non fu compresa. Mio padre intervistò per “Linea” l’etologo Konrad Lorenz quando in Italia non lo conosceva nessuno e nel 1982 presentava alla Camera una Proposta di Legge sulle “Norme per la tutela del patrimonio naturale e la prevenzione degli impatti ambientali”. Avrebbe molto da insegnare alla giovane Greta e farebbe volentieri da maestro ma resterebbe dalla parte dei “Gruppi di Ricerca Ecologica”, del volontariato ambientale di Paolo Colli e di “Fare Verde” e di tutto quel fantastico mondo delle “iniziative parallele” al Partito che fu un tratto distintivo dell’azione politica rautiana”.
Lo sfondamento a sinistra
Quanto di attuale c’è nella teoria dello sfondamento a sinistra?
“Molto! Perché il concetto non è un generico anticomunismo ma lo sfondamento a sinistra sul terreno delle tematiche sociali! E’ il progetto “nazional-popolare”, è la vittoria del consenso popolare contro le oligarchie, la reazione “dal basso” contro il pensiero unico; è la destra che ormai prende più voti nelle periferie e negli strati sociali più popolari. E’ anche il Front National di Marine Le Pen che celebra un patto sociale, oltre gli steccati tradizionali e,che nella critica alla globalizzazione, mette d’accordo operai ed intellettuali. E’- come scrisse mio padre nel 1979, in un articolo di risposta a Giorgio Galli – “per riprenderci qualcosa – vogliamo dire il popolo? – che è stata nostra, che può tornare ad essere nostra. Delle nostre idee, del nostro tipo di società e del nostro modello di vita”. E per farlo non abbiamo bisogno “di indossare la camicia rossa”.
“Aiutiamoli a casa loro” viene dalla sua testa…
”Dalla sua testa e dalla sua elaborazione politica sulle questioni migratorie. E lo abbiamo dovuto ricordare sia a Renzi che a Salvini quando, più o meno consapevolmente, hanno usato come slogan una “idea-progetto” di Rauti. Ed agli smemorati consiglio di ascoltare il suo celebre discorso alla Camera del 20 febbraio 1990! Mio padre aveva previsto la “bomba demografica” del sud del mondo e le ondate migratorie che avrebbero minacciato i nostri confini e la nostra identità. Ed aveva anche previsto il dramma dei migranti e l’impossibilità di accoglierli tutti. Il buonismo ipocrita e salottiero ha preferito creare dipendenza e sfruttare il sud del mondo invece che avviare processi di sviluppo sostenibili ed autocentrati, ed ha promesso “un eldorado” che qui non esiste neppure per gli italiani”.
Rauti, internauta perfetto!
Come si troverebbe nella società degli account?
“Mio padre era un internauta perfetto! Navigava abilmente in Internet con tutta la sua curiosità intellettuale e ne era affascinato ma non ha mai usato un computer come sistema di videoscrittura! Fino all’ultimo ha scritto a mano con la sua splendida calligrafia o a macchina con la sua storica “Olivetti”. Conoscendolo, so che sarebbe impazzito di rabbia per la prigionia degli account e delle password in cui siamo precipitati, un mondo meccanico in cui siamo amministratori di tutto…ma non gestiamo niente! Numeri tra numeri, algoritmi spersonalizzanti”.
Che cosa dovrebbe leggere oggi un giovane per “conoscere” Pino Rauti? E perché
“Mio padre ha scritto migliaia di articoli, moltissimi libri, nonché un’enciclopedia in sei volumi, insieme a Rutilio Sermonti, su “la Storia del Fascismo”. Una produzione sterminata, che ha ottenuto il riconoscimento “di Archivio di particolare interesse storico” nell’istituendo “Fondo Pino Rauti” presso la Biblioteca Nazionale di Stato di Roma, ma se dovessi scegliere un testo solo indicherei “Le idee che mossero il mondo”, un volume storico politico sul quale intere generazioni si sono culturalmente formate. Dalla Civiltà greca e romana fino ai conflitti del Novecento, seguendo i passaggi fondamentali della storia europea; un’analisi lucida e riflessioni ancora attualissime sulle radici più profonde di un’identità ed una visione del mondo che attraversa le geografie e le categorie del tempo, indicando una visione di prospettiva metapolitica che fa suo il motto guerriero “più buio che a mezzanotte, non è”.
Francesco Storace
[Fonte: www.secoloditalia.it]