Quarant’anni fa Bettino Craxi fece la mossa giusta. Ricevuto l’incarico di formare il governo da Sandro Pertini, convocò nelle consultazioni partitiche la delegazione del Msi guidata da Giorgio Almirante. Per la prima volta, 35 anni dopo la prima legislatura, la forza politica di destra, tenuta fuori dall’arco costituzionale, veniva legittimata politicamente. Craxi avrebbe formato il governo rimanendo per ben tre anni e mezzo a Palazzo Chigi.
Per la destra italiana non si trattava di un puro esordio nel decisionismo democratico repubblicano. C’erano state l’esperienza delle comunali di Roma, con l’alleanza con la Dc in funzione anti comunista, caldeggiata dal Vaticano, il governo Tambroni fermato dai fatti di Genova, il milazzismo, il contributo determinante all’elezione di Giovanni Leone, il 1971, al Quirinale. Erano stati, però, fenomeni di collateralismo anticomunista ( al netto del milazzismo) mentre l’invito di Craxi poneva fine all’embargo “democratico ” nei confronti della fiamma.
Il patriota di Sigonella
Per la destra Craxi diventò una specie di patriota quando nell’autunno del 1985 a Sigonella ribadì la sovranità nazionale nella vicenda Abu Omar. All’epoca il Msi stava per assumere una posizione contraria ma fu Beppe Niccolai, deputato lucchese e membro del comitato centrale, a pretendere che il partito desse l’appoggio al governo. La base missina apprezzava, però, anche il suo anticomunismo, la svolta presidenziale, l’introduzione del concetto di merito ( nel congresso del 1981).
Una lunga amicizia
Tra Craxi e Almirante si sviluppò una profonda amicizia e stima personale. Ciò non impedì al segretario del Msi di schierarsi contro il governo al referendum del 1985 sulla scala mobile. Come confermato dalla vedova del leader missino, Donna Assunta ( che il 2005 fu invitata da Stefania Craxi a visitare la fondazione), i due leader spesso si sentivano e si confrontavano. Ai funerali di Giorgio Almirante, nel maggio del 1988, Craxi fu accolto con un’ovazione dai militanti del partito. Lo stesso Pino Rauti ebbe a dire che ” il 1983, pochi mesi dopo il suo insediamento, Craxi commentò un tentativo di attentato rivolgendosi ai nostri banchi e dicendo che non avrebbe sposato nessuna linea pregiudiziale che mettesse in dubbio la nostra correttezza”.
Il Presidenzialismo
Craxi e Almirante condividevano l’idea d una Repubblica presidenziale, vecchio cavallo di battaglia del segretario nazionale del Msi. Giuliano Ferrara, all’epoca europarlamentare del garofano, lanciò nel 1991 l’idea di un raggruppamento alternativo alla Dc con a capo il leader di via del Corso che potesse includere anche il Msi, suscitando le ira demitiane. Ferrara parlava di arco “riformista”.
Un passaggio chiave
Seppure il mondo di lì a qualche anno sarebbe cambiato, con la destra al governo, l’incontro del 1983 resta un passaggio chiave nella democrazia repubblicana. L’atto simbolico, dopo i duri anni del terrorismo, che restituiva legittimazione a generazioni provate dalla ghettizzazione. In tutti i congressi provinciali del Psi fu data indicazione di invitare le rappresentanze del Msi. Altrettanto fece Giorgio Almirante.
[Fonte: www.secoloditalia.it]