Percorso:

Seduta N.48.5 di Mercoledì 29 Febbraio 2012 su Mozione n. 328 del giorno 3 febbraio 2012

Resoconto stenografico

Mozione n. 328 del giorno 3 febbraio 2012 dei consiglieri Berardo, Storace, Rauti, Colosimo, D’Ambrosio, Bernaudo, Gigli, Nieri, Rossodivita, Bonelli, Sbardella, Pasquali, Carlino, Perilli, Foschi, D’Annibale, Montino, Carducci Artenisio, Rodano, Tarzia, Cetrone, Cappellaro, Tedeschi, Miele G., Battistoni, Nobili, Mandarelli, Brozzi, Casciani, D’Aguanno, Irmici

Discussione generale

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Berardo. Ne ha facoltà. Abbiamo preso l’impegno di chiudere questa discussione in massimo mezz’ora per procedere poi sull’ordine dei lavori del Consiglio.

(…omissis…)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la consigliera Rauti. Ne ha facoltà.

RAUTI (Pdl). Signor Presidente, sarò concisa, sperando però di conquistare così il silenzio e l’attenzione dei colleghi, perché l’argomento di oggi è di fondamentale importanza e non penso che qui si stia giocando a scimmiottare l’ONU, come qualcuno ha scherzosamente ha detto, non durante questo dibattito, ma lateralmente.

Penso che si voglia inaugurare una serie di iniziative e di impegni tutti tesi alla tutela, alla salvaguardia e al rispetto dei diritti umani.

La mozione n. 328 che viene illustrata oggi si lega idealmente, per sottolineare l’idea di un percorso, alla mozione n.149, dedicata alla tutela del diritto inviolabile alla vita e alla cessazione di ogni pratica di aborto forzato e selettivo in Cina e in Tibet, promossa da me e da altri colleghi.

Ancora, cito l’attività dell’intergruppo illustrata dal collega consigliere Berardo e la prossima iniziativa, alla quale mi sento di invitare appassionatamente tutti i colleghi ad essere presenti e a partecipare. L’iniziativa non è dell’intergruppo, ma è condivisa con i colleghi di altri Consigli regionali, con altri organi istituzionali e con il mondo associativo.

In questa sede, abbiamo anche voluto ricevere una rappresentanza importante del Governo tibetano in esilio. Mi riferisco alla presenza del Presidente del Parlamento tibetano.

Quando ci si trova al cospetto di queste persone e si ascoltano delle storie, ci si sente toccati nella coscienza e non si può rimanere inattivi rispetto a questa grande questione.

Quando si racconta della cinesizzazione forzata del Tibet, delle pratiche di sterilizzazione delle donne, quando si racconta, ed è vero, degli aborti selettivi e indotti a cui si obbligano le donne tibetane, quando si contano le donne detenute e senza nessun diritto nelle carceri tibetane solo perché colpevoli di un reato religioso o politico, quando i bambini non possono studiare nella loro lingua, quando le autorità cinesi egemonizzano, colonizzano con il cinese la cultura, la lingua, la mentalità, gli usi e i costumi di questo popolo, quando si pensa che un popolo da vocazione nomade viene ridotto e bloccato alla sua stanzialità in chiusure piene di cemento e si impedisce al pastore tibetano di proseguire la sua pratica, quando si vuole imporre a un monaco di rinunciare al suo credo, quando si chiudono gli occhi, il mondo chiude gli occhi rispetto al fenomeno di auto-emulazione che purtroppo diventa un fenomeno ripetitivo e crescente, quando si assiste con indifferenza a quello che è un genocidio di un popolo, di una cultura, ebbene io penso che la comunità internazionale non possa e non debba rimanere rassegnata e inespressiva.

Io non penso che questo Consiglio regionale non possa svolgere rispetto a quella comunità internazionale, a questa comunità internazionale un ruolo di pressione politica. Io penso che noi si possa e si debba fare molto su questo versante come sugli altri versanti, e ne abbiamo portati all’attenzione di questo Consiglio parecchi, il versante immenso della violazione dei diritti umani fondamentali, a qualunque latitudine geografica. Le violazioni si consumano, e noi dobbiamo avere la stessa percezione, lo stesso senso di scandalo e anche di voglia di cambiare che abbiamo cercato di manifestare per alcune questioni ma sicuramente non per tutte.

Vedete, ci si appassiona alla storia di queste donne, ci si appassiona alla storia di questi bambini, ci si appassiona alla storia del fiero popolo tibetano e ci si indigna invece rispetto a tutte quelle storie di violazione dei diritti umani fondamentali. Questa è una metafora. Quella del Tibet è una metafora di quello che la società contemporanea in qualche modo tollera e accetta.

Nonostante la retorica sui diritti umani, sui diritti definiti, sanciti e stabiliti, questo è proprio il tempo del paradosso, per cui i diritti sanciti e stabiliti non vengono esercitati, l’accesso ai diritti non è un pieno accesso, in realtà tutto ciò che è garantito poi non viene tutelato in materia di diritti umani.

Io penso anche che si possa e si debba fare anche azioni concrete. Non voglio anticipare quello che sarà l’oggetto dell’intervento del collega Irmici, ma voglio anticipare invece che quello che lui esporrà mi trova assolutamente d’accordo. Idealmente sottoscrivo il suo emendamento che rappresenta una misura concreta e coraggiosa che mi sento personalmente di sposare in assoluta convinzione.

Vedete, noi non possiamo, pur essendo un’Assemblea legislativa locale, esimerci dall’avere delle passioni e dal sentire dei doveri. Le nostre passioni e i nostri doveri vanno nella direzione della difesa dei diritti umani, dei diritti dei bambini, dal mio punto di vista dei diritti delle donne. E se l’occupazione cinese, e lo dico senza mezzi termini, cominciata nel 1959, da allora ad oggi con forme diverse e uguali ha comunque prodotto uccisioni, prigionie, suicidi, depressioni, aborti forzati, bambini mai nati e tanto altro, beh noi non possiamo pensare di vivere in un mondo globalizzato e di restare chiusi in un’aula come a restare chiusi in noi stessi. Noi nel mondo e nell’era della globalizzazione quello che dobbiamo difendere non è una globalizzazione dei profitti e dei mercati, ma una globalizzazione dei diritti, dei diritti delle persone, delle idee e dico anche di passioni che non conoscono confini. Grazie.

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Responsabile

Sezione Resocontazione

Stefano Mostarda


Sed. n. 48.5 del 29.02.2012 – Interv. Cons. Rauti
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