Possibile apertura da parte della Germania ad accettare l’Italia nell’ambito del progetto per il nuovo carro armato franco-tedesco Mgcs. Tutti i dettagli
L’Italia torna in pista sul carro armato europeo del futuro progettato da Parigi e Berlino? È quello che è emerso ieri nel corso di un’audizione in commissione Difesa del Senato.
Il sottosegretario alla Difesa, Giulio Calvisi (Pd), rispondendo a un’interrogazione della senatrice Isabella Rauti (FdI) sul tema dei programmi europei sui futuri Mbt (Main battle tanke), ha fatto riferimento alla partecipazione italiana al Mgcs franco-tedesco.
A guida tedesca, Mgcs è una delle due collaborazioni tra Francia e Germania sulla difesa, che mira a sostituire entro il 2035 i Leclerc francesi e i Leopard 2 tedeschi.
Il secondo programma è il Future Combat Air System (Fcas), guidato dalla Francia, a cui ha aderito anche la Spagna.
Sia l’Italia sia la Polonia hanno ripetutamente chiesto di aderire al programma Mgcs, ma Parigi e Berlino vogliono mantenere il progetto esclusivamente bilaterale fino allo sviluppo di un prototipo.
Ecco che cosa ha detto ieri il rappresentante del dicastero della Difesa a proposito del programma Mgcs.
COSA HA DETTO IL SOTTOSEGRETARIO CALVISI
Il sottosegretario Calvisi ha precisato che “la Difesa ha sempre dedicato la massima attenzione al progetto in questione, sfruttando ogni plausibile occasione per promuovere un cambio di postura dell’attuale consorzio franco-tedesco. Quale conseguenza di questo impegno, che recentemente, in sede di colloqui bilaterali con la controparte tedesca, sarebbe emersa (ma la notizia è da prendere con la dovuta cautela), la possibilità di un cambio di postura sul tema, che potrebbe portare alla decisione di aprire il consorzio anche alla partecipazione italiana”.
Dunque dalle parole del sottosegretario emerge che Berlino sarebbe disposta ad accogliere quale terzo partner nel programma del carro armato il nostro paese.
L’ITALIA SI GUARDA INTORNO
Ma proprio perché “la notizia è da prendere con la dovuta cautela”, Calvisi sottolinea, che, “in ogni caso, la Difesa è impegnata ad individuare ulteriori possibili soluzioni, qualora il progetto del consorzio in questione non veda soddisfatte le aspettative nazionali. Al riguardo, sono in valutazione opzioni alternative in stretta sinergia con il comparto industriale. In particolare, si sta proseguendo nella ricerca di possibili partner strategici allo scopo di proporre, in maniera coerente, una progettualità volta allo sviluppo in cooperazione di un carro europeo. Ciò, nell’ottica di non perdere terreno rispetto all’iniziativa franco-tedesca qualora essa non venga aperta ad eventuali altri partner”.
Visto il rifiuto delle istanze italiane da parte di Parigi e Berlino, la nostra difesa starebbe guardando anche a Spagna e Austria per stabilire una cooperazione per lo sviluppo di un futuro sistema di combattimento terrestre con al centro un nuovo Mbt.
IL PROGETTO MGCS FRANCO-TEDESCO
Nel frattempo, il programma Mgcs, che punta a diventare il principale mezzo da combattimento in ambito europeo, ha compiuto un passo importante.
Il 20 maggio i tre partner industriali coinvolti, i gruppi tedeschi Rheinmetall e Krauss-Maffei Wegmann (KMW) e il gruppo francese Nexter, e l’Ufficio federale tedesco BAAINBw, che agisce in nome di Germania e Francia, hanno firmato un contratto per lo “Studio di definizione dell’architettura di sistema – Parte 1”.
Il contratto ha seguito la firma dell’accordo tra il ministro della Difesa tedesco Annegret Kramp-Karrenbauer e la sua controparte francese Florence Parly lo scorso 28 aprile con il quale entrambe le parti hanno delineato la ripartizione delle competenze industriali con una suddivisione dei lavori 50/50 tra Francia e Germania.
CHE INTERESSA POLONIA, SPAGNA E ITALIA
Il progetto del carro armato del futuro interessa oltre l’Italia anche altri paesi, tra cui Polonia e Spagna. Da qui al 2035 infatti, molti altri eserciti europei dovranno sostituire circa 2.500 carri armati, secondo un’analisi dell’International Institute for Strategic Studies di Londra. Varsavia ha bisogno di oltre 500 carri armati e ha già manifestato il desiderio di partecipare al progetto Mgcs.
AMMODERNAMENTO DEL CARRO ARMATO ARIETE
Anche l’esercito italiano deve sostituire la sua flotta di carri armati: 200 esemplari di Ariete, entrato in servizio nel 1995 e da dismettere intorno al 2030. A questo proposito, il sottosegretario Calvisi ha ricordato, come “al fine di poter continuare a disporre di assetti prontamente impiegabili, l’impegno nazionale è focalizzato su un’azione mirata a migliorare le prestazioni del carro “Ariete” garantendone il mantenimento allo stato dell’arte affinché possa essere aderente alle specifiche capacitive delineate nei requisiti sia nazionali che NATO, così da poter fungere da soluzione ponte fino al ripianamento con una piattaforma di nuova generazione (oggetto peraltro di uno specifico programma sottoposto, dal precedente Governo, nel luglio 2019, all’esame del Parlamento)”.
Al riguardo, ha sottolineato Calvisi “risulta già assegnato un contratto al Consorzio Leonardo/Iveco, che ha prodotto il mezzo tra il 1995 ed il 2002, per un ammontare di 35 milioni di euro [fino al 2021 ndr] per la realizzazione di 3 prototipi, funzionali al successivo ammodernamento di mezza vita di ulteriori 125 carri. Tale orientamento, peraltro, risulta in linea con quello tenuto da altri Paesi, come ad esempio la Gran Bretagna e la Francia”.
Anche nel Documento programmatico pluriennale (Dpp) pubblicato dal dicastero della Difesa a luglio guidato dal predecessore di Lorenzo Guerini, Elisabetta Trenta, è previsto infatti il mantenimento della linea carri Ariete.
LA DIFESA SPINGE PER CONVERGERE NELL’ASSE PARIGI-BERLINO?
Dalla comunicazione del sottosegretario Calvisi emerge dunque che la nostra Difesa non ha chiuso la porta alla partnership franco-tedesca nonostante il rifiuto delle istanze presentate. Piuttosto, accoglierebbe con favore un’accettazione del nostro paese nell’ambito del progetto Mgcs in corso di definizione.
Propensione all’asse franco-tedesco sulla difesa manifestata già anche dal sottosegretario Angelo Tofalo. Riguardo al caccia di sesta generazione, per il sottosegretario Tofalo il futuro è la convergenza dei programmi finora avviati. “Bisogna capire quanti paesi si aggregheranno a quest’idea”. Al momento ci sono due assi in Europa, da una parte il Tempest a guida britannica a cui hanno aderito l’Italia e la Svezia e dall’altra il Fcas di Germania, Francia e Spagna. Per Tofalo i due programmi dovranno assolutamente convergere se “vogliamo andare a realizzare un vero prodotto di sesta generazione”.
[Fonte: www.startmag.it]