Oggi alla Camera dei Deputati la presentazione. FabrizioTatarella: “Finita la diaspora della destra italiana”
E’ stata presentata oggi alla Camera dei Deputati la rete delle Fondazioni e dei Centri studi non conformi che riunisce dieci tra le principali realtà identitarie italiane. L’idea è nata durante la giornata Tricolore il 28 settembre scorso a Custonaci.
Il Manifesto si articola in dieci punti fra cui identità tradizione, famiglia, libertà, economia, territorio, identità europea. “Come Fondazione Tatarella siamo in prima linea per sottolineare l’importanza dell’elaborazione di un pensiero culturale e meta politico- dice il vicepresidente Fabrizio Tatarella– siamo solo all’inizio del cammino, nelle prossime settimane ci apriremo alle associazioni, case editrici, riviste, siti internet, alternative all’egemonia culturale di sinistra”.
All’evento erano presenti le onorevoli Paola Frassinetti (vicepresidente della Commissione cultura, scienza e istruzione) e Carolina Varchi (Commissione Giustizia), mentre le fondazioni che parteciperanno sono: Fondazione Tatarella, Fondazione FareFuturo, Fondazione Tricoli, Fondazione Rivolta Ideale, Centro Studi Pino Rauti, Centro Studi Dino Grammatico, Centro Studi Machiavelli, CulturaIdentità e sono state invitate Fondazione An, Fondazione Almirante.
“Si è sempre detto che la destra è individualista, la novità è che tante fondazioni non sono mai state unite, oggi ognuno di loro rinuncia alla propria sovranità. E’ finita la nostra diaspora storica e culturale perché abbiamo messo insieme i padri della destra italiana, Rauti, Almirante e Tatarella”.
Dal punto di vista politico, cioè il fatto che Varchi e Frassinetti siano di Fdi, spiega: “Il partito di Giorgia Meloni ha occupato il centro, questa linea aperturista è quella di Pinuccio Tatarella, come successe nel passaggio dal Msi ad An. Tutti i sondaggi danno il centrodestra vincente ma non basta vincere. Bisogna governare, noi offriamo una base culturale da cui partire, mettiamo a disposizione della politica i nostri principi, i nostri valori”.
[Fonte: www.statoquotidiano.it]