«La Brigata Sassari è un riferimento per tutta l’isola e di quest’isola rappresenta al meglio il dna e l’attaccamento alle radici». Sono alcune delle parole che il sottosegretario alla Difesa Isabella Rauti, stamattina a Sassari, ha rivolto ai giornalisti in occasione della cerimonia che ha celebrato il ritorno della missione dei sassarini dalla missione Unifil in Libano e il 110esimo anniversario della nascita della Brigata.
Inevitabile il riferimento agli attacchi subiti dal contingente nel corso dell’impegno internazionale. «La Brigata si è trovata a gestire il momento più delicato degli ultimi anni, e ha reagito con un supplemento di professionalità e impegno. È stata straordinaria e non ha mai smesso di portare aiuti concreti alla popolazione, in particolare femminile, e con uno sforzo corale è riuscita a evitare l’escalation».
Infine una riflessione sulla missione in sé. «Siamo convinti che debba continuare ma esprimiamo anche la necessità di rivedere alcune regole di ingaggio in relazione ai mutati contesti. Riteniamo che la diplomazia e il dialogo siamo comunque le armi migliori per la pace». Rivolta in seguito agli schieramenti. «Avete lasciato il segno e vi siete guadagnati la fiducia dell’Italia e del mondo. C’è uno stile italiano di contribuire alla cooperazione, e il cuore italiano è sempre generoso. Il vostro motto- conclude- è Sa vida pro sa patria, e non si può aggiungere nulla più importante di questo. Vi esprimo tutta la nostra gratitudine. Siate sempre orgogliosi della Brigata Sassari come lo è tutta la nazione».
Doppia la cerimonia che si è tenuta stamattina per i 110 anni di storia della Brigata Sassari, nata il 1° marzo 1915. Presenti i massimi vertici dell’esercito, tra cui il generale Luciano Portolano, capo di Stato Maggiore dell’Esercito, e delle istituzioni, tra cui anche la presidente della Regione Alessandra Todde.
Il generale Stefano Messina, comandante della Brigata Sassari, ha ricordato l’intuizione “quasi visionaria” che portò alla fondazione della Brigata. Poi il bilancio della missione segnata dall’assalto a fine agosto delle forze di difesa israeliane per prevenire attacchi da parte delle milizie di Hezbollah, con il pericolo di escalation minacciato su tutta la regione. «Nonostante tutto ciò- ha affermato Messina- mai è venuto a mancare l’impegno del contingente italiano nel monitoraggio del cessate il fuoco, nella cooperazione con le forze armate libanesi per garantire la sicurezza e la stabilità dell’area e nel supporto alla popolazione locale con interventi mirati di cooperazione civile-militare, specialmente a favore degli sfollati delle zone di confine del Libano meridionale». I “dimonios”, come vennero ribattezzati nella Grande Guerra, furono protagonisti nella prima guerra mondiale, un eroismo riconosciuto con la concessione di 2 medaglie d’oro al valor militare conferite alle bandiere dei suoi reggimenti alle quali si sommano 6 ordini militari d’Italia, 9 medaglie d’oro, 405 d’argento, e 551 di bronzo individuali.
Emanuele Floris
[Fonte: www.unionesarda.it]