Interrogazione a risposta scritta
LA PIETRA, RAUTI. Al Ministro dell’Interno, al Ministro della Difesa. Premesso che:
storicamente e sin dal lontano 1814, i Carabinieri assolvono meritoriamente e con spirito disacrificio alla loro funzione di difesa dello Stato e tutela della sicurezza pubblica, non solo a favore della sicurezza dei cittadini ma a difesa delle nostre Istituzioni e della nostra Patria;
la loro costante azione nel perseguimento delle fondamentali attività poste a presidio della sicurezza e dell’ordine pubblico, nonché della preservazione dell’integrità dello Stato e delle istituzioni della Repubblica ha comportato un alto tributo di sangue, senza tuttavia che questo abbia determinato il benché minimo arretramento nella loro opera di contrasto della criminalità organizzata e non;
la caratteristica dell’Arma dei carabinieri, oltre al principio fondamentale ed eterno valore della fedeltà (elemento valoriale fondativo e identificativo dell’Arma, al punto da costituire anche lo stesso motto ufficiale «Nei secoli fedele») è il proprio radicamento nei territori, anche quelli più periferici e montani: un radicamento reso possibile da una articolazione strutturale e organizzazione territoriale tale da assicurare un presidio di sicurezza al servizio dei cittadini, rappresentando al contempo una efficace risposta alle crescenti tendenze verso la spopolamento dei medesimi territori, tendenza che molto spesso coincide con un corrispondente depotenziamento e contrazione delle diramazioni territoriali di altre istituzioni pubbliche e statali;
analoghe considerazioni valgono per tutte le forze dell’ordine, dalla Polizia alla Guardia di Finanza, dalla Polizia Locale ai vigili del Fuoco e la Polizia Penitenziaria: corpi costantemente impegnati in una decisa e continua azione di contrasto alla criminalità, difesa e tutela della sicurezza dei cittadini tutti;
proprio in ragione della consapevolezza dell’importante sforzo profuso dalle donne e gli uomini impegnati quotidianamente nella difesa della sicurezza e dell’ordine pubblico, anche a costo di importanti sacrifici e talvolta in condizioni e circostanze di grande difficoltà, rappresenta una buona norma comportamentale, oltre che un dovere costituzionalmente posto in capo a chi è chiamato a svolgere funzioni pubbliche, anche a livello di cariche elettive degli enti locali, l’osservanza, quanto meno, di forme elementari di rispetto verso l’operato dell’Arma dei Carabinieri e in generale verso i corpi e le istituzioni poste a presidio della sicurezza pubblica;
risulta all’interrogante, come riportato anche da organi di stampa, che negli scorsi giorni nel comunedi Montale, in provincia di Pistoia, si è discussa una mozione in Consiglio comunale che propone vadi intitolare uno spazio pubblico ai caduti delle forze dell’ordine, mozione bocciata dalla maggioranza di centrosinistra;
fatto salvo la libera e democratica espressione del voto di ogni singolo consigliere comunale, per quanto possa ritenersi sconveniente rifiutarsi di intitolare uno spazio pubblico alla memoria dei Caduti in servizio per la sicurezza e l’ordine pubblico, ciò che invece non appare in alcun modo tollerabile, è l’ammissibilità delle dichiarazioni che, come risulta all’interrogante e come è possibile riscontrare mediante il resoconto di seduta del medesimo organo, sarebbero state rese nel corsodella discussione da parte di un assessore in carica presso l’istituzione in argomento, e in particolare, delle seguenti testuali parole: «no, no, delle forze dell’ordine non mi fido, sono fasicisti»;
una dichiarazione assolutamente offensiva e lesiva della storia e dell’onorabilità dell’Arma dei Carabinieri oltre che della moralità delle donne e uomini dell’Armae di tutte le forze dell’ordine, considerata inopportuna e inadeguata sia rispetto al ruolo istituzionale di chi l’ha resa che alla sededella discussione, oltre che suscettibile di veicolare, innanzi all’opinione pubblica e specie alle giovani generazioni, messaggi dirompenti e distorti, che non possono essere tollerati specie all’interno delle sedi istituzionali della Repubblica dai quali è invece necessario che le istituzioni prendano le distanze in modo netto e chiaro:
si chiede di sapere:
se i Ministri sono a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative intendano adottare al fine di assicurare che, almeno nelle sedi istituzionali della Repubblica, non sia consentito arrecare offesa dell’onorabilità delle forze dell’ordine.
[Fonte: www.valdinievoleoggi.it]